19-04-2008
DAHLIA'S TEAR
"Under Seven Skies"
(Thonar Records)
Time: (48:08)
Rating : 8
Nonostante il progetto Dahlia's Tear abbia preso forma solamente verso la metà del 2005, il suo artefice unico Anil Emre Dedeoglu (proveniente dalla Svezia, nonostante il nome porti a pensare alla Turchia...) è già arrivato alla terza fatica sulla lunga distanza, peraltro approdando alla corte dell'attenta label tedesca Thonar Records giusto in tempo per dare alle stampe un terzo lavoro che ne svela la rinnovata ed ormai pienamente raggiunta maturità artistica. Se nei due lavori precedenti ("Harmonious Euphonies For Supernatural Traumas Mesmerizing Our Existence In Radiant Corpuscle Galaxies", edito nel 2005 dalla Ravenheart, e "My Rotten Spirit Of Black", pubblicato dalla Alcor lo scorso anno) il suono di Dahlia's Tear aveva mostrato tutta la propria predilezione per la materia prettamente dark ambient con poche timide aperture melodiche, stavolta queste ultime entrano a pieno titolo nella struttura portante dei sette brani che compongono il nuovo album (edito in una bella confezione digipak e limitato a sole mille copie), imponendosi senza 'se' e senza 'ma'. Seppur ancora profondamente oscura e legata alle sorti di certa dark ambient meno ferale e minimalista, la musica creata da Anil si tinge con colori che ne evidenziano gli aspetti drammatici, il grande pathos ed una capacità di scrittura che sa andare oltre la solita stratificazione di droni tipica del genere. Le semplici, efficaci e splendide melodie di piano, opportunamente dilatate ad arte, si incastrano alla perfezione con le architetture sonore plumbee e gli intensi muri sonori che fanno da sfondo ai vari brani, andando a completare il quadro con ritmi elettronici sapientemente dosati, cori solenni usati in maniera mai banale e taluni azzeccati inserti di voce femminile, gentilmente forniti da Nephelia (Stellaria Fennica) e dalla a noi già nota Carline Van Roos (Aythis). Un disco capace di andare ben oltre i canoni della classica dark ambient per approdare ad un suono in grado di coniugare melodia, passionalità e capacità di suscitare emozioni ben più forti rispetto a certe sterili 'discese agli inferi' che troppo spesso ci capita di sentire. Un lavoro di rara bellezza ed intensità, perfetto per chi alle sonorità ambientali chiede sempre quel qualcosa in più e per chi vuole realmente emozionarsi, superbamente confezionato da un artista che ha molto più da dire rispetto a tanti nomi più blasonati. Acquisto decisamente caldeggiato.
Roberto Alessandro Filippozzi