25-03-2008
ANENZEPHALIA
"Ephemeral Dawn"
(Tesco/Audioglobe)
Time: (64:14)
Rating : 9
Ristampa del primo CD del gruppo tedesco, datato 1995, in tiratura limitatissima e ormai diventato preda ambitissima dai collezionisti di mezzo mondo (in una bella confezione apribile a poster, giusto per la cronaca), questa riedizione di "Ephemeral Dawn" rende giustizia ad uno dei pochi gruppi per i quali il termine 'industrial' non venga utilizzato a sproposito. Erroneamente etichettati come side-project dei Genocide Organ (un paio di membri della band aiutano Anenzephalia dal vivo e su disco, ma non entrano nelle meccaniche compositive), i 'senza testa' rimangono un termine di paragone per tutti coloro che sono affezionati tanto alla vecchia scuola industriale di stampo Throbbing Gristle/SPK quanto per coloro che si abbeverano alle fonti del power-noise 'moderno' di scuola europea. Registrato quasi interamente dal vivo, "Ephemeral Dawn" non è invecchiato di un minuto in quasi tre lustri, e resta un vero e proprio manifesto di musica spigolosa, cruda, grezza e cattiva. Ci sono sicuramente progetti che suonano più 'forte'. Più 'violento'. Più 'agressivo'. Più 'moderno' di quanto non facciano gli Anenzephalia. Eppure brani come "Thaum" e "Genealogy Of Disease" o "Ultra Fear Perception" fanno realmente male e creano atmosfere malsane come soltanto con i 'grandi' capita di ascoltare. Un ascolto disturbante, che richiede un grande impegno, ma che dà altrettanto grande soddisfazione. Lo sfacelo di "un mondo dominato dall'ossessione del potere e dalla lussuria" (dal booklet) fuoriesce dalle casse come una colata di lava, che lascia poco spazio ai 'se' e ai 'ma'. Sempre citando dal booklet: "Nessuna ideologia, nessun progresso. Il mondo soffoca nell'assurdità". Se la cultura 'industriale' del cemento e del ferro potesse avere una colonna sonora, fatico a pensare a qualcosa di meglio di questo disco per incarnarne il disfacimento e l'abbandono. "Ephemeral Dawn" è il perfetto complemento auditivo alla ruggine che corrode dall'interno le travi portanti dell'edificio stesso, destinato a collassare in un cumulo di macerie. L'aspetto visivo del disco è scarno (e come nella migliore tradizione industriale, rigorosamente in bianco e nero) e l'acquisto decisamente obbligatorio per tutti coloro che si ritengano industrial-freaks degni di tale nome. Come mai non un 10, allora ? Solo perchè si tratta di una ristampa, senza alcuna aggiunta, e per di più identica all'originale anche nella grafica. Che razza di domanda inutile...
Mauro Berchi