23-03-2025
PARANOIA INDUCTA
"Middle of Nowhere"
(Heerwegen Tod Production)
Time: CD (66:05)
Rating : 8.5
Giunto al ventiduesimo anno di attività ed al diciottesimo lavoro sulla lunga distanza (split-album inclusi), il polacco Anthony Armageddon Destroyer prosegue il viaggio artistico ed introspettivo con la sua dark ambient, a poco più di un anno di distanza dal precedente "Blood Electric". Racchiuso nella sua edizione limitata in un digipack A5 (la versione standard è in jewel-case), il nuovo lavoro del longevo ed esperto progetto vede stavolta come ospite la musicista e cantante ucraina Lilita Arndt (Ieschure, Akhernar, Lonetower, Embrace of Hedera), attiva sia in ambito dark ambient/Dungeon synth che black metal, qui alla voce in due tracce di un lavoro che, grazie al sapiente impiego di campionamenti vocali da parte di Anthony, sempre più massiccio di album in album da ormai qualche tempo, punta molto sulle possibilità e le sfumature del canto. Lilita ha il grande merito di elevare due dei momenti migliori di un album che ha tanti picchi e praticamente nessun passaggio a vuoto, con due belle e convincenti prove: in "Tears Of Blood", lenta, ipnotica e sensuale processione dove i cantati profumano di un'epoca con più stile, e nel drammatico soffio "When You Lost In The Darkness", con grande trasporto emotivo. "Middle of Nowhere" è un viaggio concettuale tra tormenti interiori in cui soffia costante una melodia antica tra le folate ambientali, quasi con fattezze sinfoniche, tra atmosfere magnificamente catturate e dettagli sonori d'alto pregio, capace, col suo pertinente sfoggio di samples vocali, di grande forza evocativa ("Shinning Darkness", "Abaddon" ed una title-track che richiama finanche i Dead Can Dance) come di soave bellezza ("Black Angel and White Evil"), scandendo con un primitivo e severo battito percussivo il respiro antico ed ancestrale di "Dead Men Don't Tell Tales" e la circolarità ipnotica di "Only Devils Left". Bene anche i frangenti spogliati della voce, come la liturgica "If You Have Wings", col suo caratteristico organo, e "Long Time Coming", oscura dark ambient dal forte sapore rituale, nel lavoro più suggestivo, affascinante e riuscito a firma Paranoia Inducta che conferma non soltanto le ben note capacità del suo autore, ma anche e soprattutto la sua voglia di guardare avanti, raccogliendo nuove sfide senza mai sedersi sugli allori, nonostante la sua arte non abbia ancora realmente ricevuto i riconoscimenti e l'attenzione che merita.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://paranoiainducta.bandcamp.com/
http://www.heerwegentod.cba.pl/