28-01-2008
EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN
"Alles Wieder Offen"
(Potomak/Audioglobe)
Time: (53:23)
Rating : 9
La tentazione di perdersi in divagazioni extra-musicali, di fermarsi allo spessore inconsueto del lato concettuale della musica dei berlinesi e di parlare degli EN 'solo' come dei padri dell'industrial (scusate se è poco...) si rivelerebbe un grave errore. Perchè gli EN anno domini 2008 (sebbene il nuovo album risalga a fine 2007, per l'esattezza) si rivelano a parte tutto e prima di tutto musicisti di spessore assolutamente fuori dal comune. Poco importa che per creare la loro musica non utilizzino più seghe, martelli, asce e bidoni come in quei meravigliosi anni '80, ma assai più prosaici strumenti musicali. Poco importa che la voce di Blixa non sia più vetriolo, ma morbido e suadente elemento cantautoriale. Poco importa che le componenti rumoristiche siano state da anni poste in secondo piano a favore di una 'forma canzone' accessibile e - perchè no ? - spiccatamente melodica. Gli EN tirano dritto per la loro strada, ci raccontano le loro storie di 'normale anormalità urbana' e lo fanno con il piglio da primi della classe. Non quegli odiosi secchioni sempre chini sui libri, tutti nozioni e niente fantasia. No, no. I veri (rari) genietti, simpatici a tutti - compagni e professori - perchè sopra la media, troppo sopra la media. Quelli dotati di classe naturale e di un talento impossibile da mascherare. Così è questo "Alles Wieder Offen", che se non vado errato rappresenta il decimo album in carriera per gli 'edifici nuovi che crollano', oltre a miriadi di singoli, ep, album live e remix: spesso, molto spesso (inteso come aggettivo, non come avverbio di tempo...). Uno dei rari dischi che richiede numerosi ascolti consecutivi, perchè i primi servono soltanto a scalfire una superficie sotto la quale si indovinano notevoli profondità. Dieci brani, neanche l'ombra di un riempitivo: secchi, affilati, orecchiabili, diretti, con arrangiamenti raffinatissimi, a tratti scarni fino all'osso (chi ha detto che per suonare 'grosso' un brano debba essere per forza infarcito di strumenti? "Die Wellen" docet), e suoni curati e cesellati al limite della perfezione (provate ad ascoltare in cuffia la title-track...). Dieci brani che spaziano con disinvoltura dalla pura canzone d'autore ("Nagorny Karabach", "Ich Warte") ad un industrial che affonda le proprie radici nel passato, ma è qui splendidamente rimodernato ("Weil Weil Weil", "Let's Do It A Dada"). Il vecchio concetto creato da Blixa e soci di 'suonare con gli oggetti' fa da sfondo continuo e discreto a canzoni che faranno rodere d'invidia tutti coloro che pensano che la musica industriale (anche se di industriale nel senso stretto del termine qui ve n'è proprio pochino...) non abbia più molto da dire. E quando gli sporadici interventi 'noise', frutto dell'esperienza ventennale di questi sapienti artigiani del rumore, fanno capolino, si sente nettissima la differenza tra il maestro d'ascia (gli EN) e la bassa manovalanza (quasi tutti gli altri...). Se poi ce ne fosse ancora bisogno, "Alles Wieder Offen" evidenzia indelebilmente la differenza tra chi fa un disco perchè ha qualcosa da dire e chi lo fa solo per moda, per soldi, per esibizionismo, per pressioni esterne o per qualsiasi altra ragione mercenaria. A parte le (in)evitabili etichette di genere, questo è una grande disco. Uno di quelli che fanno alzare il sopracciglio, ammirati e un po' sorpresi; uno di quelli che anche tra venti anni avranno qualcosa da dire. E questi EN sono una realtà di tale spessore da non poter essere ignorata. Se vi sembra poco, passate pure oltre. Io torno a far girare questi strepitosi 50 minuti di splendida MUSICA, arricchita da un artwork e una confezione di altissimo livello, nonché da una produzione più post-produzione di livello stellare. E vado a comprarmi una seconda copia del disco, non si sa mai che questa mi si rovini...
Mauro Berchi
http://www.indigo.de/unser_programm/labels/160/