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Room 104

10-05-2023

PARANOIA INDUCTA

"Demon's Factory"

Cover PARANOIA INDUCTA

(Heerwegen Tod Production)

Time: CD (64:31)

Rating : 8

Fra le tante frasi celebri estrapolate dall'opera dello scrittore Aldous Huxley (re della narrativa distopica assieme ad Orwell), una ricorre sempre più spesso negli ultimi tempi, soprattutto a seguito di certi recenti accadimenti che hanno condizionato larga parte della popolazione mondiale: "Ci sarà, in una delle prossime generazioni, un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici, in quanto verranno sviati dalla volontà di ribellarsi per mezzo della propaganda o del lavaggio del cervello, o del lavaggio del cervello potenziato con metodi farmacologici. E questa sembra essere la rivoluzione finale.". Proprio queste profetiche parole campeggiano all'interno della bella confezione digipack A5 del nuovo lavoro dell'act polacco (pubblicato dalla Heerwegen Tod anche in jewel-case), a corredo di quello che è a tutti gli effetti un concept album, che nello specifico guarda con occhio critico alle storture della realtà che ci apprestiamo ad affrontare, puntando l'indice contro quella manipolazione di massa che ci mantiene in docile schiavitù. Temi importanti che Anthony Armageddon Destroyer traduce in suono impiegando in lungo e in largo linee di synth squisitamente para-sinfoniche, dosando attentamente i pattern ritmici e sfruttando - spesso con toni minacciosi altamente pertinenti - quella materia dark ambient che ben conosce come collante per legare le componenti essenziali. Questo all'interno di un'opera che assume spesso toni drammatici (decisamente adatti alle tematiche trattate) e che, sotto ogni punto di vista, si presenta come il lavoro più completo, intenso e complessivamente riuscito del progetto, complice la miglior produzione di cui lo stesso abbia sin qui goduto. Anche il più ampio utilizzo della voce, che si tratti di campionamenti (i bei vocalizzi femminili di cui beneficiano "New World Order", la title-track e "Triumph Of Death") o di preziosi interventi esterni (Erszebeth, degli ottimi Stupor Mentis, presta le proprie eccelse abilità alle dolenti e sofferte "See You In Hell" e "The End Of Our Time"), o ancora dei bestiali grugniti di "Beast Of Prey" (che vede alle tastiere Infamis, ossia quel Wojciech Zieba che era titolare proprio dell'ormai dismessa etichetta Beast Of Prey), aiuta a completare un quadro mai così incisivo e perfettamente bilanciato in passato. Tutti segnali che ci dicono come l'act polacco non si sia affatto seduto sugli allori delle recenti celebrazioni dei vent'anni di attività, dimostrando con "Demon's Factory" di saper alzare significativamente l'asticella, forte della consapevolezza di chi conosce molto bene la materia con cui lavora.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://paranoiainducta.bandcamp.com/

http://www.heerwegentod.cba.pl/