29-12-2007
FIN DE SIÈCLE
"Patagonie"
(OPN)
Time: (64:13)
Rating : 7
"Patagonie" è l'ultimo lavoro in ordine di tempo messo a punto dai francesi Fin De Siècle prima del loro definitivo ritiro dalle scene. L'album vede la luce nel 2006 ed è uno dei due lavori (insieme al vecchio "Sans Titre") che il combo transalpino ha stampato in formato CD prima di "Nine Barns", ultimo sussulto artistico affidato al classico supporto vinilico. Lo stile proposto non si distacca molto dagli standard del duo, normalmente caratterizzati da una volontà cinematografica resa con note e samples toccando stili diversi, tutti utili all'obiettivo finale. Meno sperimentale, ma anche meno lineare di "Nine Barns", "Patagonie" alterna quindici brani eseguiti in modo assai diverso l'uno dall'altro, pur mantenendo quella peculiarità artistica del silenzio quale ospite principale dell'album e anomalo strumento che fa da base ad ogni rumore o suono. L'album è stato sviluppato tra campionamenti stratificati di rumori concreti e una strumentazione che emerge isolata o velata da una timida base elettronica. Ogni strumento è una voce solitaria, un graffio nel vuoto: tale effetto rende il progetto di Stephane Flauder innovativo e stridente all'interno della scena alternativa. Hanno ampio risalto i motivi di piano o tastiera (in "Patagonie II", "Patagonie IV" e "SR3") che ci conducono ad alcune recenti releases degli In The Nursery, mentre i solitari 'rintocchi' di chitarra di "Patagonie III" trasmettono oscurità e distacco; a volte si inseriscono sessioni ritmiche appena accennate ("Patagonie VI"), o magari più decise ("Avis De Tempete") e intersecate a linee di basso, mentre l'uso duro di uno strumento poetico come il violino riemerge in "L'Odyssée" e in "Patagonie VIII", riprendendo quanto già fatto in "Nine Barns". Il brano "Where The Lillies Cry A Last Time" è composto e interpretato da Serge Usson di Storm Of Capricorn: il pezzo si fonde bene a livello tematico col resto del lavoro, ma l'approccio alla musica è diverso, e quello stridore minimale che è tipico dei Fin De Siècle in questa occasione viene meno. "Patagonie" è costruito in modo frammentato attraverso tanti tasselli minimali che disegnano un algido panorama di solitudine. L'effetto finale è prossimo a quello di album di matrice ambient o post-rock, ma le modalità di realizzazione sono ben diverse. Ancora una volta mi trovo a sottolineare che forse i Fin De Siècle non sono ancora stati capiti appieno e andrebbero riscoperti, nonché valorizzati da una promozione migliore.
Michele Viali