13-03-2022
BARTC
"Insubstantial As Ghosts"
(ICR)
Time: CD (54:40)
Rating : 6.5
Album di debutto per l'inglese Jason Barton, che assembla 14 brani partendo da un'evidente passione per lo sperimentalismo, incrociato a sentori ambientali venati di oscurità. I punti di riferimento sono la scuola space anni '70 e la scena kraut, ma anche alcuni nomi più recenti come Coil, Skinny Puppy o Einstürzende Neubauten, collegando l'elettronica "storica" degli albori con la successiva scena industrial, il tutto percorso sempre da una vena che non disdegna apparati melodici sottesi a tappetti prettamente d'atmosfera. I pezzi vengono costruiti stratificando temi sonori e toni dilatati, partendo da field recordings variamente trattate in studio: ne esce un mix che in parte lascia spazio all'improvvisazione, ma che fa leva principalmente su macrostrutture studiate con attenzione al fine di generare situazioni meditative, ma anche inquietanti. Alcuni sprazzi lasciano emergere l'interesse per la ritmica post-industriale in loop con esiti decisamente seducenti, mentre gli aspetti ambientali al pari non deludono, piegando su retrogusti filmici piuttosto che su classici schemi da death ambient. Nel complesso, "Insubstantial As Ghosts" appare come una fiera di idee varie sia dal punto di vista compositivo che tecnico e di assemblaggio, una sorta di grande biglietto da visita di Jason. Ne risente la struttura globale del disco, sicuramente poco compatta e orfana di un filo conduttore uniforme, oltre che di uno sviluppo concettuale e compositivo unitario. In sintesi, ottime capacità che devono trovare il modo di essere valorizzate al meglio. Edito in un bel digipak, con mastering e produzione firmati da Colin Potter.
Michele Viali