09-02-2022
JARL
"Phonophobia"
(Zoharum)
Time: CD (70:00)
Rating : 7
Strettamente collegato al precedente "Hyperacusis" di cui abbiamo parlato su Darkroom, "Phonophobia" continua ad esplorare gli effetti dei suoni sulla mente umana, passando dal tema dell'aumento della sensibilità uditiva ad una vera e propria intolleranza a suoni e rumori. Erik Jarl, già noto per i progetti più radicali IRM, Skin Area e Sharon's Last Party, prosegue la fitta retta produttiva firmata col proprio cognome e costruita principalmente su tappeti dronici dilatati. "Phonophobia" si suddivide in tre lunghe tracce costruite sulla sovrapposizione di tappeti tonali continui sviluppati principalmente su frequenze alte, al fine di traslare in forma audio il concept riguardante la patologia psichiatrica in oggetto. Globalmente i pezzi appaiono densi e pieni, dotati di uno sviluppo minimale dall'andamento ondulatorio in cui i cambiamenti avvengono costanti, ma quasi impercettibili all'interno di un flusso sonoro perpetuo dotato di uno scorrimento di tipo fluttuante. Sicuramente più insistente e ipnotica la traccia d'avvio, seguita da un pezzo strutturalmente simile ma maggiormente riflessivo, quasi confortante nella calma che ne segna la parte finale. Il brano conclusivo si attesta in parte su nenie baritonali che traducono un senso di paura e spavento, in certo qual modo dotato di un'aggressività sottile, specchio di questa oscura fobia. Album ricercato e raffinato che gioca sul limite tra sperimentazione compositiva e bisogno di esprimere una sensazione fisica negativa, pienamente in linea con le aspettative rispetto a quanto già espresso da questo autore. Essenziale e curata la confezione in digipak a sei panelli. Curiosamente prodotto anche su nastro.
Michele Viali
https://www.facebook.com/Jarl.main