18-12-2007
FIN DE SIÈCLE
"Nine Barns"
(OPN)
Time: (40:50)
Rating : 7
A volte capita di dover parlare di un gruppo quando ormai ne è già stata annunciata la fine. È il caso dei Fin De Siècle, interessante progetto francese che ha avuto poco spazio in questi anni: qualcuno si ricorderà forse del loro lavoro "Sans Titre", pubblicato nel 2003 dalla Divine Comedy, momento che sembrava segnare la nascita di un nuovo astro. Ma dopo quel CD vennero molte release minori (divise tra CDr e file mp3), distribuite non perfettamente: una sorte che non rende affatto giustizia al valore espresso dal duo francese, soprattutto in un periodo in cui vengono stampati album con tanta e troppa facilità. Quindi, con l'amarezza di trovarmi di fronte ad una realtà che appartiene al passato, mi sono avvicinato agli ultimi lavori firmati Fin De Siècle. "Nine Barns" è stato composto tra il 2003 e il 2004, ma pubblicato solo ora in un'edizione limitata a 300 copie in vinile. Rispetto al passato (e soprattutto all'ultimo lavoro "Patagonie") le movenze indie e post-rock vengono ridotte ai minimi termini lasciando ampio spazio alla sperimentazione, amplificata dall'inserimento del violino suonato da Florence Cailleux: una presenza che, invece di amplificare il lato neoclassico, aggiunge un tocco di stridore rendendo alcuni brani più misteriosi e tenebrosi con un effetto ambientale che ricorda alcune vecchie release neofolk. Le quattordici tracce dell'LP hanno un andamento minimale fatto di rumori soffusi, voci sussurrate, ruvidi arpeggi di chitarra e fugaci note di piano, ma ciò che impera nell'album è il silenzio: ogni suono sembra scaturire dal vuoto ed echeggiare nel nulla. Le tracce sono mediamente molto brevi e compongono una specie di orizzonte frammentato, capace di trasmettere un senso non indifferente di precarietà e abbandono. Quella dei Fin De Siècle è una musica descrittiva piuttosto che d'atmosfera, che dipinge la realtà circostante cogliendone i suoi aspetti più silenziosi, i suoi mormorii e la sua evanescenza. Alla luce di quanto ci viene proposto oggidì dalla scena underground, questo progetto francese segna un modo diverso di intendere e comunicare con i suoni, tanto che "Nine Barns" sembra essere composto da cenni o da audio-abbozzi incompleti ma estremamente incisivi: una sorta di messaggi nel vuoto o di orme su uno sfondo bianco. Appaiono più ricchi, ma dall'andamento più prevedibile, solo i due brani "Lonely" e "Epilogue", incentrati su malinconici assolo di piano. Probabilmente i Fin De Siècle non hanno ancora avuto lo spazio che meritano, e dispiace perderli. Spero che qualcuno riesca post mortem a fornirgli la risonanza che più gli si addice; nel mentre, affrettatevi ad accaparrarvi una delle copie del loro unico LP.
Michele Viali