12-02-2020
ATOMINE ELEKTRINE
"The Antikhytera Mechanism"
(Winter-Light)
Time: CD (60:19)
Rating : 7
Side-project di lusso di Peter Andersson, meglio noto come mente di Raison D'Être, Atomine Elektrine ha saputo guadagnarsi nel corso di una carriera ampia e produttiva la fama di uno tra i migliori monicker laterali dell'autore svedese. Incentrato su un'aura compositiva debitrice della scuola space ambient anni '70, ne amplia il gusto alla luce di una perizia tecnica di primo livello, aggiornando il canone con gusto personale e una ricercatezza fuori dal comune. "The Antikhytera Mechanism" è il settimo lavoro da studio, fedele alle architetture tipiche delle uscite precedenti, e viene strutturato attraverso audio-circonlocuzioni immani, dotate di una profondità sonora ottenuta giocando su toni bassi intrecciati ad afflati evocativi. Si fa sentire nel complesso anche la matrice dark-ambientale propria di questo compositore ("Arcturus Alpha Boo", "Time Dislocated In The Mechanism"), unita ad una riflessività calma, fluttuante e stellare non sempre riscontrabile nei pezzi precedenti ("Metonic Spiral", "The Exeligmos Pointer"). L'insistenza su temi circolari e reiterati rende tutto ipnotico ed esente da ritmiche, fatto che rende fruibile il disco soprattutto come sottofondo senza mai colpire l'ascoltatore con passaggi ad effetto. Alcuni frangenti optano per una propensione verso piccole schegge sonore, sorrette da tappeti uniformi, in un minimalismo silenzioso dietro cui si cela un'attenzione maniacale per il dettaglio ("Epicyclic Gearing"), nonché citazioni kraut e space ("Fragment F", vetta del disco). Giusto per citare uno dei lavori del monicker, "Antikhytera..." assume le fattezze di una grande "nebulosa" informe, in cui confluiscono elementi impalpabili ed entro cui ci si muove senza riuscire ad afferrare nulla di solido. Rispetto al passato questa nuova release appare meno immediata, sebbene studiata in ogni particolare; non rimanda a situazioni o ambienti definiti, preferendo muoversi all'interno di un gelo dove è riconoscibile la grande capacità tecnica e di assemblaggio di Andersson. Nel complesso il profilo è più basso, ma senza diminuzioni di spessore autoriale. Edito sia nelle 500 copie del CD, adornato da un digipak a 6 pannelli, che nelle 200 del doppio LP.
Michele Viali
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