04-09-2019
KLOOB
"Unpredictable Signs"
(Winter-Light)
Time: CD (64:28)
Rating : 7.5
Quarto lavoro sulla lunga distanza (il secondo per l'olandese Winter-Light) per Daniel Ferreira, che torna sul mercato sedici mesi dopo i buoni riscontri ottenuti con la penultima fatica "Remarkable Events". Con un passato progressive-house nel progetto Clubbervision, ma ormai dedito alla causa della musica ambient sin dal 2010, il musicista spagnolo presenta ora la sua nuova fatica - edita nelle 200 copie dell'essenziale e raffinato digipack - introducendone i contenuti in maniera chiara: "Unpredictable Signs" è nei fatti un lavoro ispirato dal globale senso di incertezza che pervade il nostro tempo, riverberandosi anche nelle aspettative future e rendendo impossibile azzardare previsioni di sorta. Un sentimento che ha contribuito in maniera determinante a dare forma agli otto brani che compongono l'opera, tutti perfettamente in grado di comunicare con forza l'incertezza di cui sopra grazie ad una resa audio di alto livello, merito anche del mastering firmato da Raffaele Pezzella (Sonologyst). Le coordinate sonore si mantengono in linea con le precedenti release: anche stavolta, Daniel si muove con agilità fra le pieghe di ambientazioni misteriche abilmente rifinite, che tracciano la rotta verso l'ignoto sfruttando soluzioni ora più oscure ("Deep Introspection"), ora più aperte alla componente melodica ("Insondable"), ora più inclini ad un minimalismo sempre altamente suggestivo ("Vulnerability Source"). Il lavoro di Daniel è la dimostrazione pratica di come sia possibile eccellere anche sfruttando soluzioni già ampiamente esplorate nella scena dark ambient, soprattutto quando una solida visione d'insieme va a braccetto con l'esperienza e le capacità pratiche, evocando il giusto scenario e legando efficacemente ogni elemento, sia esso sonoro o visuale (si veda in tal senso il mirabile artwork di copertina). Una conferma di alto profilo per un progetto che ha tutte le carte in regola per soddisfare le necessità degli appassionati della più classica dark ambient.
Roberto Alessandro Filippozzi