Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 104

29-10-2007

VON THRONSTAHL

"Sacrificare"

Cover VON THRONSTAHL

(Cold Spring/Audioglobe)

Time: (71:25)

Rating : 8

Ritorna sulle scene il nome, forse, più scomodo del panorama underground, sponda brown/grey area. Con questo terzo lavoro di lunga durata l'act germanico Von Thronstahl si lascia in parte alle spalle le soluzioni industrial di "Imperium Internum" e la vena electro-dance che segnava "Bellum, Sacrum Bellum?!", e così, non rinunciando all'immancabile titolo in latino, arriviamo ad un full-length di stampo prettamente neofolk. "Sacrificare" è stato edito in ben tre confezioni differenti: la prima pubblicata mesi fa per i tipi dell'etichetta Fasci-Nation in un lussuosissimo box rigido, mentre in tempi più recenti sono uscite le due edizioni prodotte dalla label inglese Cold Spring, di cui una limitata a 1000 copie con allegato un CD 3" contenente i pezzi inclusi originariamente nello split "Pessoa-Ciaoran" (in compagnia di The Days Of The Trumpet Call) del 2004, e l'altra limitata a 3000 copie in un bel formato digipak. Le malinconiche ballate neofolk con tema l'Europa e la decadenza del mondo occidentale dominano un po' tutto l'album, e non nego che alcune sono riuscite in modo eccelso, a partire dall'apertura di "The Age Of Decay And Democracy", assolo sulla nostra "età di discussioni senza fine". È ottima anche "Gloomy White Sunday", musicata dal nostro Damiano Mercuri (Rose Rovine & Amanti): un inno triste alle bellezze immortali dell'occidente, in attesa del prossimo crollo di Wall Street. Josef K. non rinuncia a coverizzare per la seconda volta la controversa perla dei Joy Division "Walked In Line", e così, dopo la grandiosa versione dance apparsa in "Bellum Sacrum Bellum?!", eccone una reinterpretazione emozionante in chiave folk con titolo "Dressed In Black Uniforms". La presenza dell'altro Von Thronstahl Raymond P. è ridotta al minimo, ma è evidente che quando i brani hanno anche la sua firma (mi riferisco a "Sacrificare" e "Palästina") si ha un'impennata della qualità realizzativa, con suoni che rimandano all'industrial eroico che conquistò mezza Europa ai tempi di "Imperium Internum", nonché vicini al successivo debutto degli H.E.R.R.. Il limite di Von Thronstahl è sempre lo stesso: album troppo lunghi in cui risplendono alcuni brani tra musica di puro riempimento. Un esempio di questo aspetto sono i pezzi composti da Lars Wehr ("Undefinierbare Sehnsucht", "Berg Einsamkeit" e "The Four Horsemen Of The Apokalipse"), in cui l'ex-chitarrista dei Forthcoming Fire (precedente progetto rock di Josef K.) si lascia andare a tonalità folk deathinjuniane con tocchi rock: idee non malvagie, ma nemmeno all'altezza del resto dell'album. O ancora pezzi musicalmente piuttosto inutili e troppo derivativi, come la cristiana "Mother Of Mercy"... Discorso a parte va fatto per il brano che più attirerà (nel bene e nel male) l'attenzione degli ascoltatori italiani: mi riferisco a "Molti Piu Onore", in cui su una base a metà tra il neofolk e la new-wave il nostro Josef ripete all'infinito due celebri motti destrorsi. Il pezzo è realizzato bene nel suo andamento minimale, ma è lecito pensare che tanta gente non approverà le posizioni esplicite ivi espresse. Lascia con l'amaro in bocca il libretto allegato, pieno di refusi ed errori, a partire dal motto "Molti nemici, molto onore" qui storpiato in "Molti piu nemeci, multi piu onore" (sic!): fino a qualche tempo fa ero convinto che si trattasse di uno scherzo, invece è proprio la dura realtà. Allora mi chiedo: perché usare l'italiano, se poi lo si deve abbassare a questi livelli? Meglio mantenere l'uso della lingua madre, visto che anche le parole inglesi pullulano delle stesse arbitrarie modifiche apportate alla nostra lingua. Che Josef risenta ancora del suo passato punk? La recente esibizione dal vivo a Roma sembra dare risposta affermativa... Per il resto un album di alto livello, immancabile per chi segue la brown area e il neofolk. Ma attenzione: siamo dinnanzi ad un lavoro senza compromessi e senza sfumature, costruito in modo unidirezionale, a partire dalla citazione d'apertura presa da De Maistre, ai suddetti motti di nostalgica memoria, alla posizione riguardo la Palestina, al cristianesimo e a molto altro ancora. "Sacrificare" non dà adito a dubbi, e Josef K. rimane ad oggi uno dei pochi musicisti a non farsi problemi di nulla. Proprio di nulla. Avvertiti!

Michele Viali

 

http://www.vonthronstahl.de/

http://www.coldspring.co.uk/