17-11-2017
ANALFABETISM
"Skammen"
(Malignant Records)
Time: CD (49:09)
Rating : 8
Terzo lavoro da studio per il progetto di Fredrik Djurfeldt, che vede un'inaspettata crescita sia sul profilo compositivo che tecnico. "Skammen" consta di sette pezzi che riprendono le redini del post-industrial ambientale con lo sguardo volto in particolare verso l'area death e oscura di matrice scandinava, rivisitata però evitando i soliti clichès e progredendo in modo netto rispetto ad uno standard che, per quanto ancora molto utilizzato, appare nella gran parte dei casi ormai usurato. Alla base dei pezzi vigono toni malsani, rumori saturi, umidità diffuse, aure catacombali e un velo di ruggine che copre qualsiasi suono. Da ciò nascono orchestrazioni sinistre ("Begrävning") su cui insistono inserzioni stridenti e disturbanti che rendono tutto il lavoro estremamente aspro. Alcuni minimi inserimenti dronici forniscono un velo melodico subito soffocato dal noise ferroso; d'altro canto un panorama putrido insiste in maniera costante, dividendosi tra toni circospetti e geometrie assemblative di estrema precisione. L'apice di nervosismo e durezza arriva con "Den Eviga Skammen", un pezzo spaccatimpani tutt'altro che aggressivo ma dotato di motivi ipercontratti che spremono l'audio con ferocia inaudita. La seconda parte del lavoro piega su suoni più calmi e quieti, pur mantenendo vivo l'apporto di clangori e stridori elaborati su frequenze alte da cui scaturisce una continua agonia acustica ("Vi Reser Nu En Grav"); alcune linee ritmiche vengono a crearsi a partire da giri circolari ("Ditt Hufvud På En Stav") mimando i passi orrorifici di qualche essere dimenticato, mentre nenie ventose vengono inframmezzate da intromissioni squassanti e crepitanti ("Vi Skola Plågas Intill Döden") in un gioco di contrasti che è alla base dello spirito dell'intera opera. Fredrik, nonostante le sue ben note capacità, assembla il lavoro che non ti aspetti, completo e totale sotto ogni punto di vista, nato a partire da una scena ben definita ma dotato di una forza che esula da facili paragoni, anche all'interno della stessa Malignant che lo ha (onore al merito) prodotto. Confezionato in un digipak a sei pannelli, adornato da artwork impeccabile e avvalorato dal mastering di John Stillings.
Michele Viali
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