18-11-2016
GODLESSTATE
"Godlesstate"
(Hagshadow)
Time: CD (65:48)
Rating : 7.5
Patrick Leagas, attualmente il più estroso dell'originario terzetto della Morte in Giugno, torna con un nuovo progetto che raccoglie l'eredità tribal e mantrica dei vecchi Mother Destruction continuando anche un discorso aperto almeno in parte con "Headless", uno degli ultimi lavori usciti a nome Sixth Comm. Godlesstate nasce dall'interesse mai nascosto di Patrick per l'archeologia e la storia socio-spirituale del genere umano, questione che si traduce a livello audio in un'esplorazione delle pratiche tribal-religiose che hanno percorso i secoli. Di fatto la passione per le percussioni ritualistiche era evidente già dai tempi di "Nada!" (a firma Death In June), progredita, sempre negli anni '80, nelle più marcate ritmiche che segnavano il debut dei Sixth Comm "Content With Blood". Patrick fa un passo non indifferente lasciandosi alle spalle le linee sonore degli albori, rielaborate all'infinito in tanti titoli diversi, per dare continuità ad un filone compositivo forse sottovalutato dall'autore stesso. L'album si snoda quindi attraverso 11 brani, quasi tutti - ad eccezione di un paio di pezzi orientati ad un'ambient filmica e sinistra - basati su studi percussivi di stampo sciamanico variati da inserimenti tonali localistici, folklorici e amabilmente oscuri. La ritmica, sempre diversa da traccia a traccia, sa evolvere in forme molteplici che giungono fino ad echi danzanti, specchio di movimenti umani ancestrali finalizzati ad evocare, stimolare e celebrare (si pensi alla classica "Serpent Dance" dei Mother Destruction). Leagas sa privarsi coraggiosamente delle proprie radici new wave e al contempo evita l'uso della voce suadente, lasciando quale unico protagonista un totemico tribalismo dissotterrato da un passato remoto da cui emergono in parte le reminiscenze runiche degli anni '80 e dell'immortale "The Fruits Of Yggdrasil". Nella sua volontà di esplorare quell'antichità del mondo da sempre avvolta nel mistero, l'album non può non ricordare i primi lavori degli Hybryds, progetto ritualistico-industriale per eccellenza. Sebbene annunciato da tempo, "Godlesstate" arriva come un lavoro inaspettato nella sua compiuta ricercatezza tematico-formale. Arricchito da un audio superbo che evita il pompaggio sui bassi dando comunque una lucidità sopraffina alle tante ritmiche coinvolte, viene confezionato in un elegante digipak adornato da un tipico artwork "preistorico".
Michele Viali
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