02-09-2016
THOROFON
"Roots"
(Ant-Zen)
Time: CD (49:30)
Rating : 7.5
Per celebrare i vent'anni di attività la storica band tedesca Thorofon allestisce un lavoro singolare costituito da tracce ri-registrate, inediti e brani recuperati da vecchie compilation. Non una semplice raccolta ma una rivisitazione del materiale del passato, interpretato con una spinta compositiva nuova. Nato sulla scia dei Genocide Organ più duri, l'attuale duo germanico ha proseguito la carriera lisciando le asperità con un sound che strizzava l'occhio anche ai dancefloor (la cover di "Flesh And Steel" degli SPK ne rimane l'esempio più lampante) per proporre adesso un sound singolare, decisamente modernizzato, in parte vicino all'elettronica fredda e raffinata di alcuni gruppi della Galakthorrö (Haus Arafna, November Növelet) e al tempo stesso debitore - ancora una volta - della scena anni '80, con evidenti rimandi ai Cabaret Voltaire più sperimentali e ai beat di certi Esplendor Geometrico. Ecco quindi affiorare scintillanti echi minimal wave essenziali e diretti ("In Blood And Heels", "Anti Savak"), accanto a tonnellate di pulsazioni ritmiche, voci sature e meccanizzate, basi imponenti e rotonde. L'harsh-industrial o power-industrial che la Ant-Zen sfornava in tempi storici torna a sprazzi in rumori e percussioni palpitanti ("Frosty Smile", "Nothing Remains"), mentre altri passaggi mostrano la volontà di ridurre all'osso la già scarna struttura sonora ("Mafia Murder Victim"). La mutazione appare in tutta la sua complessità laddove vengono rivisitati alcuni classici del debut "Maximum Punishment Solutions", ripuliti della carica distruttiva originaria e forti di un piglio cibernetico e metallico, quasi straniante rispetto all'emotività di scuola Tesco tipica degli esordi. Ovvio che chi ha apprezzato i Thorofon della prima ora si troverà spiazzato dinnanzi ad un lavoro così diverso, ma forte di un livello tecnico impeccabile, spinto dal duplice coraggio di autocelebrarsi cambiando per l'ennesima volta i connotati stilistici e mostrando ancora una volta la voglia di non allinearsi in qualcosa di definitivo. Impossibile dire se da questo "Roots" nascerà una nuova stagione artistica, ma per il momento accontentiamoci di un grande risveglio. Confezione essenziale in jewel-case con artwork a tema "industrial".
Michele Viali
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