23-07-2016
FEINE TRINKERS BEI PINKELS DAHEIM
"A Bug's Life"
(Zoharum)
Time: CD (66:22)
Rating : 6.5
Nei suoi venti anni di attività il singolare progetto germanico Feine Trinkers Bei Pinkels Daheim ci ha abituato ad un sound sempre fuori dal comune che, riagganciandosi sia alla sperimentazione campionata sia all'industrial, ha dato vita a produzioni che hanno poco a che fare con un'eventuale una canonizzazione stilistica. Questo nuovo lavoro arriva a distanza di ben 5 anni dal precedente "Die Legende Vom Heiligen Trinker" e viene incentrato sulla registrazione dei rumori emessi dagli insetti: mescolando field recordings, drones, voci ed altri samples ricavati da fonti naturali o da ulteriori ignote registrazioni, Jürgen Eberhard dà corpo ad un album astratto in cui sembra prendere il sopravvento l'improvvisazione o, in alcuni frangenti, una linearità ossessiva e loopata. In avvio viene inserita una spiegazione scientifica di alcuni comportamenti degli insetti cui segue una sorta di jingle festoso, forse a somiglianza del grande e ordinato movimento degli animaletti protagonisti. A seguire entrano in scena le dense concretizzazioni che caratterizzeranno tutto il CD, basate su una massificazione di elementi plurimi trasformati in toni lineari. Da qui scaturiscono immagini notturne ("Grankuwagamon") dove i rintocchi sincopati degli insetti traducono una operosità infinita ed enigmatica, variata dall'inserimento (sembra) di qualche tema strumentale con effetti dissonanti. Le voci narranti tornano in accostamento con i drones, portando ad esiti misteriosi ("Kuwagamon") prima dell'arrivo del pezzo più abbordabile ("Metallifekuwagamon"), forte di una struttura percussiva minimale e di un nenia cantata sfiorando una levità eterea estranea al resto dell'opera. Gli andamenti ritmici continuano anche in "Sandyanmon", dove cinguettii accostati ad altri campionamenti naturali irriconoscibili si fondono in un andamento meccanizzato, fino a giungere ad un epilogo ("Tentoman") in cui torna la dronica essenzialità astratta e unilineare frutto di una pressurizzazione delle fonti usate. Il progetto di Jürgen non fa sconti neanche in questa occasione, proponendo un lavoro difficoltoso dove risulta complicato anche l'accostamento tra tema e suoni, puntando verso un'impalpabilità totale degli elementi da cui scaturisce un disorientamento che rende ancor più complesso l'ascolto. Sperimentale all'eccesso, col rischio costante di perdere il controllo del tutto. Confezione elegante in digipak a sei pannelli e lunga lista di collaboratori coinvolti (Troum, Genevieve Pasquier ecc.), ma difficile capire in quali termini essi abbiano agito.
Michele Viali
http://feinetrinkersbeipinkelsdaheim.blogspot.it/