15-06-2016
ANDREW CHALK, RALF WEHOWSKY & ERIC LANZILLOTTA
"Yang-Tul"
(Cold Spring)
Time: CD (39:43)
Rating : 7.5
"Yang-Tul" usciva in origine nel 1998 in vinile per la Anomalous Records di Eric Lanzillotta, il quale prese parte all'opera anche in qualità di autore. L'album veniva suddiviso in due lunghi brani: il primo, composto da Andrew Chalk, vedeva la partecipazione ai suoni di Ralf Wehowsky; il secondo veniva invece composto da Wehowsky, mentre comparivano tra gli esecutori sonori sia Chalk che Lanzillotta. I tre nomi coinvolti sono colonne portanti dell'area sperimentale, in parte accostabili al filone industriale ma attivi soprattutto come manipolatori di linee sonore indefinibili, nonché creatori di inimmaginabili sculture rumoristiche di ardua catalogazione. Sia Chalk che Wehowsky sono attivi sin dagli anni '80: il primo, inglese, è noto in particolare nelle vesti di Ferial Confine e per collaborazioni con la crema dei noisiers storici europei; il secondo, tedesco, alacre sperimentatore, è attivo con varie band e progetti sin dai primissimi 80s. Lanzillotta ha avuto un ruolo chiave per la trasmissione di questo tipo di suoni attraverso la summenzionata label di sua proprietà, risultando solo in minima parte attivo anche come compositore. "Yang-Tul" è una classica primizia di noise astratto, cesellato a partire da fonti svariate che hanno dato vita ad un suono univoco, testimonianza di quanto di buono poteva essere concepito in tempi in cui questo genere di lavori non era ancora stato sdoganato con l'avvento di internet. Il primo pezzo, "Wycha", è una sovrapposizione di drones e campi sonori di ignota provenienza rielaborati secondo impeccabili giri geometrici. Il rumore viene gestito con maestria, fino a creare un mood enigmatico le cui sottili variazioni tendono ad aumentarne l'intensità. Il pezzo seguente, "Chalawy", è altrettanto lineare ma segue traiettorie più armoniche: il suono è quasi impalpabile, sviluppato da un silenzio in minima parte rotto da frammenti audio catturati dalla realtà circostante. Il finale spinge verso echi terrificanti, con accumuli di materia (schiocchi, scampanelìi, brusii vocali) che danno forma ad un caos sommerso sotto un velo di calma tonale. Vista nella sua interezza l'opera è una manipolazione audio creata in quanto tale, senza vezzi emozionali, d'atmosfera, disturbanti o rilassanti. È, in sintesi, quello che molti rumoristi vorrebbero fare senza mai riuscirvi: dare forma al rumore e sviluppare un senso da ciò che senso non ha. La Cold Spring confeziona il tutto (cosa rara) in un bel digipak che ripropone il medesimo artwork dell'LP originario. Da recuperare.
Michele Viali
http://www.brainwashed.com/chalk/