15-05-2016
AUSWALHT
"Dura Lex, Sed Lex"
(Rage In Eden)
Time: CD (38:53)
Rating : 6
Sebbene in forte ribasso, il classico sound industrial-marziale ha ancora i suoi alfieri: tra questi vi è anche l'inossidabile Auswalht, al secolo Sven Man (alias Stéphane Ayas), autore francese noto anche per altri act tra cui il quotato Liyr, anch'esso di orientamento militar-guerresco. "Dura Lex, Sed Lex" è il quarto album del progetto, sviluppato come da copione secondo i canoni del genere: nove tracce assemblate sfruttando basi sinfoniche, coralità e percussioni roboanti. Le atmosfere rimandano ai campi di battaglia e agli scontri polverosi, descritti con dovizia di pathos eroico e grande aggressività. Tutto viene messo a punto col supporto dell'elettronica, calcando la mano su orchestrazioni pompose percorse da stralci melodici resi aspri da una sequela di rumori evocativi. I toni sono possenti, i beat muscolari e le rifiniture toccano, oltre agli standard tipici, anche mood prettamente filmici concedendo - quale unica variante del disco - la spinta più propriamente electro della conclusiva "Sound Of Thunder", dove la magniloquenza bellica viene compenetrata da ritmiche secche che incrociano synth e marce da caserma. Tra i riferimenti stilistici appare evidente una forte somiglianza con Arditi, Puissance e Triarii, con cui Sven condivide il suono nitido e imperioso, nonché una forte passione per le orchestrazioni di fondo. Al pari i titoli non fanno che amplificare l'aderenza alle coordinate belliche, funebri e distruttive proprie di tutto un filone. Rispetto al precedente "Pagan Theory" si ha però un appiattimento sia tematico che sonoro con perdita di alcuni interessanti riferimenti geografici e storici (ad eccezione di furbi segni runici nell'artwork), per favorire un'attenzione anonima allo spettro della guerra ripercorsa con gli ingredienti giusti ma senza grande personalità. Album indirizzato agli inossidabili sostenitori della causa marziale e ai maniaci completisti, ma la sostanza va cercata altrove. Confezione essenziale in jewel-case e simbologia presa a prestito dai padri del genere.
Michele Viali
http://liyrauswalht.bandcamp.com/