18-08-2015
J ORPHIC, EPOCH, TSIDMZ
"Unsere Weltanschauung"
(Ufa Muzak/Sulphur Flowers)
Time: (63:02)
Rating : 7
Con un titolo ispirato ad un concetto fondamentale della filosofia tedesca ("weltanschauung", traducibile come "visione del mondo"), tre act già noti ai cultori delle aree marzial-industriali del suono come l'americano Epoch e gli italiani J Orphic e TSIDMZ uniscono gli intenti per questa release in CD, rilasciata dal tandem di etichette russe Ufa Muzak/Sulphur Flowers in edizione limitata a 300 esemplari (di cui i primi 30 in speciale confezione slipcase mimetica e gli altri in jewel-case). I tre progetti propongono una comune visione del mondo ("unsere", ossia "nostra") attraverso un'equa divisione degli spazi (quattro brani per ciascuno), figurando tutti bene nelle rispettive prove, ma senza collaborare fra loro. Apre J Orphic, act guidato dal milanese Marco De Marco assieme alla vocalist croata Lucija Hrvat, che nello spazio a sua disposizione spinge con forza verso un neoclassicismo minaccioso e spesso supportato da finiture marziali, dando il meglio di sé con l'ottima "When We Were In Vienna Before The First War", brano 'a movimenti' dalla struttura sinfonica con ottime porzioni corali e bei passaggi più pacati. K. Holewczynski, ossia Epoch, tornato in auge da due anni a questa parte dopo il lunghissimo silenzio seguito ad un paio di uscite a metà anni '90, ama mescolare un'elettronica dura e industriale alla scura matrice marziale da cui partono i suoi brani, sfoderando un groove intelligente con momenti quali la potente e penetrante "Divide And Conquer" e la rocciosa "Profits Of A New Order"; ottimo l'incastro dei samples, che permette un picco del calibro di "Imperialismus", fra sontuose aperture e poderose marce meccaniche. Chiude TSIDMZ, act sempre più poliedrico nel suo approccio alla materia marzial-industriale ricco di campionamenti e collaborazioni, che in mezzo a due episodi più rarefatti (le sfuggenti melodie di "Agarthi" e le derive ambientali di "L'Estetica Del Socialismo") piazza un paio di bei brani più inclini all'electro-industrial come la serpeggiante "Visio Dei" e la minacciosa e tonante "Democrazia" (realizzata con Valerio Orlandini ed in origine apparsa l'anno scorso sul CDr dello stesso Valerio "Annullamento" col titolo "Disintegrazione"). Un'operazione interessante sia sul piano sonoro che dal punto di vista estetico e concettuale (la calzante grafica ed i riferimenti al futurismo di Marinetti), compatta ad ogni livello, con molte frecce al proprio arco per stuzzicare l'appetito di chi ne conosce bene i validi protagonisti.
Roberto Alessandro Filippozzi
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