13-06-2015
TREPANERINGSRITUALEN
"Veil The World"
(Cold Spring)
Time: (35:07)
Rating : 7
Come comunicato dallo stesso Thomas Martin Ekelund in sede d'intervista, l'intero catalogo di Trepaneringsritualen era all'epoca (lo incontrammo circa un anno fa) già in fase di ristampa, opera che sarebbe continuata riproponendo tutti i titoli del progetto in formati e tirature più popolari. La Cold Spring, che già diede alle stampe il pluriosannato "Perfection & Permanence" (2014), si occupa di recuperare "Veil The World", secondo full-lentgh, uscito inizialmente nel 2011 esclusivamente su nastro ed inscatolato in un massiccio box che conteneva, tra le altre cose, una manciata di chiodi arrugginiti, per una tiratura complessiva di sole 40 copie che in breve raggiunsero quotazioni importanti. La ristampa in CD, che giunge l'anno dopo di quella digitale, mantiene la medesima tracklist, di cui si segnala solo un cambio di titolo, semplificando invece l'artwork. I brani passano in rassegna quelle che saranno le peculiarità del progetto svedese, qui ancora allo stato informe e rozzo, votato ad un'aggressività sommaria che solo successivamente avrebbe mostrato una maggiore attenzione nella gestione dei mezzi e nelle atmosfere generate. Di fatto il disco si divide in due blocchi sonori: quattro brani hanno fattezze ambientali e rumoristiche, incentrati su sferragliate simil-chitarristiche, linee sonore rugginose e incursioni vocali ferine; altri quattro mantengono le medesime caratteristiche, ma sono battuti da ritmiche quadrate che variano dai tribalismi secchi di "Invocation" fino alla trascinante ripetitività della title-track, vera e propria hit mancata. Il tutto è improntato su frequenze basse e rifinito da poderose iniezioni di oscurità. La chiusa è affidata alla cover del brano dei Death In June "C'Est Un Reve", a cui Martin si accosta probabilmente più per ragioni ritmico-tribali che tematiche, comunque nulla più di un tributo votato a rivedere senza variazioni sostanziali un pezzo immortale. Chi si aspetta un lavoro all'altezza di "Perfection & Permanence" rischia di rimanere deluso. L'impronta e le intenzioni di partenza sono le stesse ma il risultato è decisamente più approssimativo, con un paio di pezzi irresistibili che anticipano la grandezza a venire e diversi momenti di stasi divisi tra soluzioni grezze e fracassonismo gratuito. Comunque gli sprazzi di genialità valgono da soli il prezzo del CD.
Michele Viali
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