31-03-2015
THEOLOGIAN
"Pain Of The Saints"
(Malignant Records)
Time: CD 1 (78:27); CD 2 (79:12)
Rating : 8.5
Chi negli anni ha seguito con attenzione le uscite di un'etichetta di comprovata qualità come l'americana Malignant saprà bene come fra esse ve ne siano state di importanti a nome Navicon Torture Technologies, blasonato progetto cui il mastermind Lee Bartow ha posto fine nel 2009, per poi ripresentarsi a ruota col nuovo monicker Theologian. Da allora ai giorni nostri l'act è giunto a quota 45 realese (!), principalmente nei formati CD, CDr, audiocassetta e download (moltissime le collaborazioni e gli split), coi lavori più importanti editi dalla valida Crucial Blast e gli altri, salvo talune eccezioni, rilasciati da quella Annihilvs creata e gestita dallo stesso Bartow. Solo ora l'artista statunitense torna alla corte della Malignant, e col primo lavoro firmato Theologian per l'eccellente label del Maryland fa davvero le cose in grande, non solo a livello di package (un digipack ad otto pannelli in formato DVD), ma anche e soprattutto a livello di contenuti, con quasi 160 minuti di maestria industrial ai massimi livelli qualitativi e creativi (concepita col prezioso aiuto di una nutrita pletora di ospiti), per un concept che è un dichiarato "manifesto anti-teista", con particolare attenzione a come vengano santificate persone che proprio dal cattolicesimo sono state brutalmente perseguitate e uccise. Con un nucleo operativo formato, oltre che da Lee, dal co-produttore Fade Kainer e da Matt Slagle, questa mastodontica doppia uscita esplora la nera materia industriale in tutte le sue sfaccettature, da quelle più opprimenti e violente (specie per i possenti muri sonori e le vocals laceranti) alle derive death-ambientali più inquietanti. Sfruttando talvolta fosche strutture ritmiche ("Without Trust, Your Love Is Meaningless", l'austera "You Are The End Of The World", la spigolosa "Sainthood Is Suffering", "Suppuration", "Witchfinder", "Redemption Is An Impossibility"), la materia noise è al solito manipolata con estrema credibilità e maestria da Lee, che non disdegna qualche apertura 'melodica' - ben innestata sulle nere intelaiature soniche - in momenti come "Serpentine Angels", "Gravity", "Iron Pierces Flesh And Bone Alike" o nei riverberi tonali più sospesi e controllati di "Their Gelded And Rapacious Hearts". Fra i molti risvolti carichi di umori scuri di un'opera così completa non mancano gradite sorprese, come il violino di Christiana Key (Delphic Oracle) che impreziosisce le solenni trame dark ambient di "Blessed Prey", o come il seducente cantato di Jessica Way (Worm Ouroboros/Barren Harvest) nel superbo atto finale "Self-Flagellation As Faith", scura e sontuosa traccia che si colora di umori mediorientali per poi farsi sempre più opprimente, e finanche rituale. Opera con tutte le carte in regola per rappresentare la summa della lunga militanza di Bartow nella scena (oltre 15 anni), e senza alcun dubbio la conferma definitiva dell'importanza di questo autore per quanto attiene alle derive più cupe, dilanianti e inquiete delle sonorità industrial-ambientali del nuovo millennio. Presumibilmente già esaurita la 'Artist Edition', realizzata in sole 25 copie in collaborazione con la Annihilvs e comprendente un ulteriore CDr con nove remix di brani dell'album, ma a parte questo, l'edizione regolare rimane un must assoluto per i cultori del rumore plasmato in musica.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://gash-theologian.tumblr.com/
http://www.malignantrecords.com/