18-11-2014
ISOLATOR
"Culture & Principal Of Anti-Human Exaltation"
(Black Plagve)
Time: (57:42)
Rating : 7
Album di debutto per questo combo americano-canadese con alle spalle un background di ambito doom e black metal (i due componenti Sculptor e Nothing figurano già nelle band Father Befouled, Encoffin e Set). Le radici metal si fanno sentire non poco nell'assemblaggio minimale e uniforme dell'opera, nella tematica ferocemente concentrata su una misantropia di marca demoniaca e nei riff distorti e prolungati. Il tutto viene sviluppato attraverso cinque tracce dense, fatte di stratificazioni rumoristiche a tratti velate di una disperata e latente sinfonicità. Echi corali che ricordano i classici de profundis ("Mankind Shall Reap The Mistakes God Hath Sown") o intenti a ricreare un'aura sacrale interna a celebrazioni in nero ("Cast Into Blood") vengono uniti ad intrecci abrasivi di stampo death-industriale e a graffi tonali che non possono non ricordare tanti altri monicker che affollano la Malignant Records. Le variazioni sono ridotte al minimo e tutto è giocato su un senso d'agitazione costante, generato con un'atmosfera che spesso assume le forme di un girone dantesco soprattutto laddove si ricorre ("Carrion For The Feasts Of Angels") a rantoli demoniaci, voci inumane e odio a go-go: tutti retaggi di scuola black. I momenti più eloquenti del disco giungono alla fine con la coppia "Your Heaven Will Writhe Within The Chaos Of My Hell" e "Into The Blood Of Our Kingdom", che accantonano gli eccessi noise per abbracciare una desolazione definitiva fatta in un caso di sprazzi tonali e distorsioni pure, e nell'altro di un unico drone nero che nel suo estremo minimalismo riesce a dare una netta sensazione di tabula rasa. Sul piano tecnico "Culture & Principal..." è un buon modo di variare e conciliare due strade diverse (quella metal di provenienza e quella elettronica di adozione) con inserimenti semi-orchestrali che riescono a dare quelle emozioni tante volte spazzate via da un rumore fin troppo devastante. La negatività iperbolica ed una discreta capacità di assemblare le (poche) partiture a disposizione fanno il resto, consegnandoci un album capace di non disperdersi nelle anonime stanze dell'ambient-noise. Confezione in digipak a otto pannelli.
Michele Viali
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