11-10-2014
DUNKELHEIT
"Les Solitudes Cendrées"
(Steelkraft Manufactory)
Time: (50:06)
Rating : 5
Storico progetto francese dall'attività più che ventennale, sebbene costellata da poche produzioni, Dunkelheit torna alla corte della Steelkraft Manufactory a distanza di quattro anni dal precedente "Temps Modernes". Il nuovo lavoro prosegue sulla scia delle evocazioni di marca post-industriale: stavolta è la ricerca del silenzio e della solitudine, quali mezzi per carpire i respiri dell'essenzialità, ad ispirare il musicista bretone. I titoli dei sei brani ci conducono verso avvenimenti naturali (terremoti, vulcani, nuvole, tempeste e calma), quasi a voler cercare un contatto con la natura per ristabilire un equilibrio interiore. L'operazione viene svolta attraverso la registrazione di rumori "in loco" e in minima parte rielaborati in studio. Ne esce un album che da un lato lascia parlare i fenomeni naturali e dall'altro sembra spingere verso un'oscurità dura e secca, basata su pochi elementi prolungati e filtrati da frequenze basse. La struttura a cut-up imbastita da Alain Le Gall è semplice e diretta: non si mira alla costruzione di un'elettronica potente o enfatica, ma si cerca piuttosto di volare basso con poche sovrapposizioni tonali, linearità globale e insistenza uniforme. Sebbene rudi e a volte un po' fuori controllo, i momenti più emozionanti rimangono quelli in cui è possibile riconoscere direttamente la voce del mondo o della quotidianità, con field recordings che vengono riproposte tout court senza filtraggi di sorta. Scontati invece i passaggi che volente o nolente si incanalano in una dark ambient di maniera, che se da un lato richiama alla mente l'enigmaticità del globo, dall'altra risente di uno scarso sostrato tecnico. Sia i lunghi silenzi che alcune virate in campo noise non aiutano a penetrare immediatamente il senso di un disco che aveva in sé i presupposti per essere migliore. Solo 100 le copie prodotte, confezionate in un digipak realizzato a mano che non mancherà di affascinare i patiti dell'handmade.
Michele Viali
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