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Room 104

23-08-2014

WESTWIND

"Survivalism"

Cover WESTWIND

(Steelwork Maschine)

Time: CD 1 (66:08); CD 2 (66:07); CD 3 (66:08)

Rating : 8

Prima uscita del 2014 per la francese Steelwork Maschine, etichetta che ha sempre avuto un'attività rarefatta, ma che ha costantemente tenuto alto il livello della qualità con pubblicazioni di assoluto spessore (buona ultima il DVD live del nume tutelare Death In June, filmato proprio in Francia). L'occasione è quella del ritorno del superbo progetto Westwind, fatto quantomeno auspicabile, in primis perché trattasi dell'act facente capo a Christophe Gales (o Kris G., come indicato nei crediti dei dischi), che ricordiamo essere la mente dietro alle attività della Steelwork Maschine/Steelkraft Manufactory, e poi perché questa nuova release (la quattordicesima in 15 anni di uscite ufficiali) si faceva ormai attendere da oltre quattro anni. Se il precedente ed ottimo "Ravage" aveva brillato nel suo intento di rappresentare la colonna sonora della fine del mondo così come lo conosciamo, l'atteso successore qui in esame, concepito fra il 2009 ed il 2013, si propone di fornire l'adeguata soundtrack per ciò che idealmente è venuto dopo... Westwind immagina uno scenario post-apocalittico dove i sopravvissuti vagano in cerca di cibo, nascondendosi per sfuggire ad un mondo popolato di gente senza più scrupoli dopo lo sgretolarsi delle regole di comune convivenza, e quindi pronta a tutto, incluso uccidere. Kris G. sonorizza visioni che rimandano direttamente ad una pellicola recente come "The Road" attraverso ben tre dischetti, tutti di durata superiore all'ora, andando a costituire un corpus che lambisce le 3 ore e 20, tempistica mastodontica in cui tutte le influenze raccolte nella lunga attività del progetto si ritrovano per tingere del giusto colore i vari momenti (tutti rigorosamente senza titolo). Il primo dischetto si presenta più sinfonico e solenne, carico di un pathos neoclassico che si sposa a pulsazioni elettroniche e impennate marziali, con toni sontuosi che spesso e volentieri poggiano sulle melodie dell'organo; più industriale il secondo CD, ricco di sintetismi futuristici ma non certo privo di spunti classico/marziali sempre intriganti, mentre il terzo ed ultimo disco spinge verso movenze industrial nettamente più sperimentali e criptiche, fra samples vocali e richiami a quella materia dark ambient che fa parte del bagaglio di un progetto che ha sempre operato ad ampio raggio, senza porsi troppi paletti. Nonostante l'enorme mole di materiale, l'opera scorre bene grazie alla qualità messa in campo da Westwind, sia sul piano compositivo che su quello strettamente realizzativo, e l'efficacia di "Survivalism" (edito in 500 copie nel pregiato digifile a tre pannelli) nel delineare gli aloni grigi del mondo ivi profetizzato è palpabile. Non era facile dare un degno successore ad un lavoro monolitico come "Ravage", ma l'act transalpino è riuscito pienamente nell'intento, dimostrando una volta in più il proprio valore nel dispersivo calderone della 'grey area'.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.westwind.fr/

http://www.steelwork-maschine.com/