19-02-2014
AUTOPSIA
"Palladium"
(Old Europa Cafe)
Time: (55:30)
Rating : 8
"Palladium" veniva registrato nel lontano 1989 ed usciva in CD poco dopo, nel 1991: era un EP che si inseriva nell'ancora nascente scena post-industriale, spesso caratterizzata dall'unione di partiture sinfoniche, elementi marziali e basi sintetico-oscure tese ad elaborare atmosfere di grande originalità che, a distanza di anni, sarebbero diventate fin troppo alla moda. Era in pratica un lavoro che precorreva i tempi. Quella di arrivare in anticipo è sempre stata un'attitudine degli Autopsia, una delle poche band provenienti dall'Europa Orientale che sono riuscite ad imporsi in tempi non sospetti nel nuovo panorama underground, condizionando l'evoluzione del genere. Finito sold-out ormai da parecchio tempo, "Palladium" viene ora ristampato dalla Old Europa Cafe in un'edizione rimasterizzata che include, oltre ai quattro pezzi originari, altri quattro brani risalenti al medesimo periodo. L'opera viene composta tramite l'uso di nastri ripetuti in loop da cui scaturisce una grande carica funerea, profondamente segnata dalla presenza di elementi orchestrali che si stagliano su fondali elettronici e lineari. La presenza di percussioni e di una maestosa austerità danno al tutto una dimensione fiera e marziale, capace di evocare fasti e situazioni epiche in certo qual modo già insiti nel titolo stesso. La tecnica a cut-up ed il risultato finale rimandano a nomi ben più celebri ma di là da venire, come Der Blutharsch e Puissance, mentre progetti come Blood Axis e Les Joyaux De La Princesse nascevano in quegli anni e contribuivano, insieme agli Autopsia, a creare un vero e proprio canone di riferimento. La sezione con le tracce bonus, intitolata "Factory Rituals (1989)", è costituita da tre brani recuperati da un nastro risalente al 1988, concepito come colonna sonora per un'esibizione della band a Belgrado e ristampato nella sua totalità (i pezzi complessivi erano otto) nel 2008 in CDr. La sezione è poi completata da "Hymn II", ulteriore recupero proveniente addirittura da una registrazione del 1982. Le sonorità di questa seconda parte sono ancora più filmiche, meno strutturate in fase di rifinitura, spesso percorse da tonalità corali, ma nel complesso sempre aderenti al tessuto oscuro e neoclassico dell'opera madre. "Palladium" è un disco da riscoprire che non prende macchia a distanza di tanti anni. Forse ancora sottovalutato rispetto a quelle che sono le sue reali potenzialità. Prepotentemente superiore a tante uscite attuali.
Michele Viali