04-02-2014
ATRIUM CARCERI & ELDAR
"Sacrosanct"
(Infinite Fog Productions)
Time: (48:28)
Rating : 7.5
Intrigante lavoro svolto in collaborazione da due importanti monicker del settore post-industriale, entrambi con un passato nella blasonata Cold Meat Industry: da una parte lo svedese Atrium Carceri, mostro sacro della dark ambient di seconda generazione che ha saputo evolvere il proprio stile in maniera innovativa, e dall'altra i più giovani Eldar, apprezzato duo catalano che si è ritagliato uno spazio d'eccezione nell'affollato settore oscuro. "Sacrosanct" nasce sulla base di un'intesa artistica che arriva da lontano, dapprima messa a punto esclusivamente per il download nel raffinato formato a 24bit su cui sta investendo molto la Cryo Chamber, label di Simon Heath (ossia Atrium Carceri, autore anche del mastering), e successivamente fissata su supporto fisico dalla russa Infinite Fog, che ne appronta sia una versione in CD standard che una in digibook A5, quest'ultima edita in sole 100 copie con allegato un DVD audio utile a riprodurre il suono superiore a 24bit. L'album presenta, nell'arco di nove tracce, alcuni momenti più classicamente oscuro-ambientali, generati con sovrapposizione di tappeti sintetici e piccoli rumori evocativi che mirano a generare visioni caliginose e cupe. Sebbene in questa fase non ci si imbatta mai in nulla di nuovo, emerge l'unione perfetta dei due act, che evitano i richiami orrorifici e apocalittici, preferendo costruire delle visionarie sinfonie notturne ricche di particolari sonori che sconfinano nella soundtrack. La parte più accattivante risiede in quei pezzi che puntano a stimolare sensazioni nuove mantenendo un legame evidente coi drones prolungati, ora arricchiti con l'aggiunta di basi ritmiche, elementi para-sinfonici e rifiniture elettroniche di rilievo. Svettano in questo senso brani come "Freeman", immersa in una navigazione planetaria battuta da esili pads e velate melodie, o ancora "Sol", segnata da palpitazioni sintetiche che sfociano presto in un mood astrale percorso da un tema di piano, o anche le elettrificazioni percussive di "Betrayal". Nel complesso si fa sentire la nuova vena artistica di Atrium Carceri, mentre mancano i lati più affabili degli Eldar (tra cui gli echi marziali e le strutture dotate di canto che hanno segnato il recente "The Secret Golden Flower"), ora concentrati su toni più cosmici; in assoluto si affievolisce la matrice post-industriale, in favore di architetture a più ampio raggio in cui spadroneggia un'aura maestosa. Disco ideale per chi inizia a pretendere qualcosa di più della solita dark ambient.
Michele Viali