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Room 104

25-01-2014

BLOODSOIL, STRIIDER, VERNEY 1826, WAFFENRUHE

"The Power Of Bygone Ages"

Cover BLOODSOIL, STRIIDER, VERNEY 1826, WAFFENRUHE

(Castellum Stoufenburc)

Time: (63:52)

Rating : 7

L'ottima Castellum Stoufenburc mette a punto questo succoso split comprendente ben quattro act di area martial/symphonic/industrial, con protagonisti i tedeschi Verney 1826 e Waffenruhe assieme allo spagnolo BloodSoil ed all'olandese Striider. Realizzato in sole 200 copie nel formato CDr con la consueta ed elegante confezione cardboard A5, il dischetto vede ognuno degli act presenziare con tre brani a testa; ai 12 pezzi risultanti se ne aggiungono ulteriori tre, atti a dividere i rispettivi spazi, in cui si sviluppa una collaborazione attiva fra i partecipanti. Apre BloodSoil nel suo tipico stile marziale e sinfonico: se "A New Race" sa farsi minacciosa sul finale, "Sacred War" lo è in tutto e per tutto nei suoi toni bellicosi, laddove "Inner Struggle" si presenta più notturna e soffusa. Il primo brano collaborativo è "Funeral March For Europe" e vede BloodSoil al fianco di Verney 1826, fra tristi temi pianistici ed un apporto melodico ricco di pathos. Tocca quindi ai tre brani firmati Verney 1826, che per l'occasione torna nelle sue vesti più marziali: fra la mestizia della dimessa "The Last Farewell Of Guido Faukes" e l'eleganza di "Blood Reign" svetta l'eccelsa "Hades", ariosa ed appassionata, fra gli highlights dello split in virtù del suo memorabile tema sinfonico. Il secondo brano collaborativo è la title-track, che chiama in causa tutti e quattro gli act per un risultato decisamente oscuro e carico di tensione nella propria marzialità. Il piglio sinfonico di Striider è senza dubbio il meno pronunciato (e il meno avvincente) fra tutti, come dimostra il simil-requiem "Augustus 1914", quasi ambientale, e come confermano tanto la tenue "Kracht En Vrijheid" quanto la più plumbea "Die Neue Zeit". Il terzo ed ultimo brano collaborativo vede all'opera Striider e Waffenruhe: "10 Days Of Arnhem" si rivela essere uno dei momenti migliori dell'intera opera, coi suoi oscuri toni martial-industrial ed un piglio sinfonico epico ed evocativo. Merito probabilmente in primis di Waffenruhe, che chiude il dischetto coi suoi tre brani: la pomposa "Open The Gates", il melodioso atto finale "Awake Of The Old Gods" e, soprattutto, l'eccelsa "The New Dawn", altro picco del dischetto, capace di passare con maestria da una severa marzialità a toni più placidi e ricchi di pathos, fra melodie flautistiche, plumbee porzioni sinfoniche e magnifici samples corali. Preso nella sua totalità, "The Power..." risulta essere sostanzialmente un buon esercizio di stile da parte di nomi che sicuramente in altre loro release hanno conseguito risultati superiori, con qualche buona traccia a rappresentare una gradita eccezione. Tuttavia, visto il peso dei nomi coinvolti, la bella confezione e l'esigua tiratura, è facile prevedere come questo split diventerà presto un oggetto da collezione: abbastanza perché i cultori degli act coinvolti ne programmino l'acquisto.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.verney1826.de/

http://www.castellum-stoufenburc.de/