16-08-2013
DIE MACHT
"Instinct De Survie / Reflection"
(Castellum Stoufenburc)
Time: (69:44)
Rating : 7.5
I più attenti seguaci delle sonorità martial-industrial probabilmente ricorderanno questo progetto svizzero, piccola meteora della scena con alle spalle due release (il mini-CDr del 2004 "Instinct De Survie" e l'LP del 2006 "Blut Unter Den Fahnen", entrambi editi dalla Slaughter In Art), nata in seno a quei Roses Scattered Love-Decays che realizzarono una manciata di interessanti lavori (fra cui uno condiviso proprio con Die Macht) ad inizio millennio. Seppur sovrapposti per un breve periodo, i due act hanno rappresentato l'uno (Die Macht) l'ideale continuazione dell'altro (RSLD), segnando un passaggio verso toni sempre assolutamente aderenti alla corrente martial-industrial, ma con una spiccata vena ambientale a far da guida nello sviluppo dei temi. Il mini "Instinct De Survie" usciva all'epoca in una limitatissima tiratura di soli 75 esemplari, ed è diventato presto un piccolo oggetto di culto per collezionisti e seguaci di quell'oscura creazione che fu RSLD. Oggi è l'ottima Castellum Stoufenburc a farsi carico dell'attesa ristampa, riportando alla luce il nome Die Macht con questa bella edizione CDr in formato cartonato A5 completa di fascetta nera e cartolina, rilasciata in 120 esemplari e completa di ben sette ulteriori brani inediti o rarissimi. Ai quattro pezzi del mini "Instinct De Survie" spetta l'onore dell'apertura, in quanto oggetto della ristampa e pienamente rappresentativi delle prerogative del progetto svizzero, con una marzialità lieve che sta sullo sfondo di trame industrial ambient dal piglio sinfonico ("In Line", "In Memoriam"), a tratti pronte a irrigidirsi con incursioni industriali (la più epica "Victory In Blood" ed il requiem "Ultime Chance"). Le sette tracce della sezione "Reflection" vengono presentate come inedite, anche se in realtà la tesa e ruvida "Infernal Machinery" era già apparsa sul succitato lavoro assieme a RSLD ("L'Aube De La Révolte" del 2003, dove Die Macht figurava con soli due brani). A parte questo dettaglio, in scaletta figurano anche due remix firmati dal compagno d'etichetta Waffenruhe, ma ad ingolosire maggiormente sono inediti quali "Nordlichter", "Dresden", la più tesa "Future Is Past" e la conclusiva "Reflection I", tutti esemplificativi di come il suono martial-industrial del progetto poggi su forti venature ambientali e sinfoniche, evocando con forza e pathos quell'opprimente grigiore di un'Europa in piena Seconda Guerra Mondiale, fra i consueti ed immancabili samples vocali d'epoca. Non un progetto che abbia mai inteso stravolgere le sorti del genere (RSLD, ad esempio, si prodigava in soluzioni decisamente più coraggiose), dalle coordinate sonore alla produzione, ma comunque un act dotato del giusto fascino, meritevole di un recupero per chi se lo fosse perso all'epoca, mentre chi già ne aveva apprezzato le gesta non esiterà di certo a procurarsi una ristampa fatta come si deve e ricca di materiale inedito che, si spera, possa essere il preludio ad un ritorno sulle scene in grande stile.
Roberto Alessandro Filippozzi
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