16-08-2013
STEEL HOOK PROSTHESES
"The Empiric Guilds"
(Malignant Records)
Time: (64:31)
Rating : 7
È stato attivissimo negli ultimi anni il progetto degli americani John Stillings e Larry Kerr, che tornano adesso con questo "The Empiric Guilds", album che consacra la loro vena orrorifica e industriale. Lo stile di Steel Hook Prostheses, personale creatura del duo, è da sempre incentrato su atmosfere cupe di natura sintetica a cui vengono sommate un nugolo di distorsioni ed effetti rumoristici, che accomunano l'act sia alla passata scuola death-industriale capitanata da nomi come Brighter Death Now, sia a progetti più estremi tipo Sutcliffe Jügend, con cui i Nostri condividono una certa passione per la power-electro, genere che viene abilmente mescolato all'oscurità ambientale. Il nuovo album si riassume in una sequenza di dodici incubi tradotti in suoni, basati spesso su tematiche cinematografiche esplicite: dal medico sadico di "Sadomedica" ai computer di bordo in avaria "Debrided Necrotic Tissue", fino alle più prevedibili situazioni infernali di "The Blood Cough" e ai panorami apocalittici sparsi un po' in tutta l'opera. Le architetture prendono forma tramite la sovrapposizione e l'intreccio di materiale rovente: drones torbidi, temi abrasivi, ammassi di lamiere contorte, distorsioni di ogni genere e le tante cacofonie vocali sono solo una parte delle deviazioni acustiche utilizzate per imbastire un orrore vivo, che si trasforma col passare dei minuti da una semplice curiosità ad una vera e propria tortura, sostenibile unicamente da chi è abituato a frequentare certi suoni. L'album agisce come un coacervo di rumore gorgogliante capace di creare le immagini più esasperate, una discesa nel Maelstrom per incontrare le peggiori paure e le più malsane ambientazioni, sature di ferocia e brulicanti di qualsivoglia mostruosità. Stillings e Kerr spingono sull'acceleratore per portare ad un livello quasi insopportabile le classiche coordinate dell'oscurità post-industriale, il loro è un divertimento sadico teso a saggiare quanto l'ascoltatore possa reggere non tanto l'eccesso sonoro quanto quello immaginifico, alzando la negatività ambientale sino alla follia. Dodici cartoline dall'inferno, adornate da un mare di parole (i testi sono senza dubbio una delle parti da approfondire), riassumono anche la grande capacità di gestire macchine, suoni, rumori e rabbia. Steel Hook Prostheses è un monicker che per l'ennesima volta non si lascia andare a simpatie o strizzate d'occhio, la sua è una storia fatta di ferro e sangue e "The Empiric Guilds" ne è un'ulteriore dimostrazione. Sconsigliato a chi cerca un'ora di relax.
Michele Viali
http://steelhookprostheses.blogspot.it/
http://www.malignantrecords.com/