30-05-2013
ANENZEPHALIA
"Kaltwelt"
(Tesco Organisation/Zaetraom)
Time: (49:49)
Rating : 7.5
Grande ritorno quello di Anenzephalia, progetto cardine di casa Tesco capitanato da Brigant Moloch, già membro di Genocide Organ. Ben nove anni dividono "Kaltwelt" da "Noehaem", l'ultimo disco da studio dell'act teutonico che, ad onor del vero, aveva un po' deluso le aspettative piegando eccessivamente verso un'ambient metallica supportata da poche idee. Nel mezzo, eccetto qualche produzione live, solo il singolo "Projected Void" che aveva fatto ben sperare per il futuro. Un futuro che si è fatto desiderare, ma che non lascia a bocca asciutta i seguaci del Moloch Michael Keck, i quali troveranno in "Kaltwelt" la carica mortuaria e glaciale che ha segnato le uscite migliori del monicker. L'album si attesta su sonorità tranquille e taglienti che vanno a creare un'atmosfera inquietante, costruita con la perizia propria di chi la sa lunga e naviga da anni in questo settore. Divisi tra sentori power-electro mai spinti all'eccesso, propulsioni ambientali che non cadono in una noiosa provedebilità e meccanismi di marca post-industriale che ricordano soprattutto il lato più riflessivo dei Genocide Organ, i nove brani del disco vengono strutturati su multistratificazioni elettroniche spigolose e ombrose, completate da samples e voci distorte. Ogni pezzo è una storia a sé stante, per un disco che non conosce il limite della ripetitività. Tra i momenti migliori emerge la squillante ritmica di "Bodies Of Gold", prossima a certe soluzioni dell'etichetta Galakthorroe, l'orrorifico vortice sonoro di "Stahlmessias II" e le rifiniture cinematografiche di "Paradies" e della conclusiva title-track, capaci di mostrare un lato finora ignoto di Anenzephalia. Le tematiche non scendono mai nei particolari, preferendo (come ormai da parecchio per il progetto germanico) alludere ad alcune questioni 'negative' o limitarsi ad evocare pensieri con due parole, come testimonia il titolo stesso dell'album. Resa audio sopraffina e custodia lussuosa, con copertina 'die-cut' ed ampio poster interno, completano un'opera che ridà linfa vitale a tutto il settore post-industrial e che conferma una volta di più la grande qualità dell'etichetta di Mannheim, sempre in grado di far 'cantare' i rumori più fastidiosi.
Michele Viali