09-05-2013
GENOCIDE ORGAN
"..."
(Tesco Organisation)
Time: (68:22)
Rating : 8.5
Doveva essere il secondo lavoro dei Genocide Organ, o almeno parte del materiale contenuto in questo CD sarebbe dovuto confluire in un album che non vide mai la luce, programmato inizialmente per la fine degli anni '80, ma 'recuperato' e prodotto solo nel 2003 con un titolo in caratteri giapponesi (non supportati dal nostro sito, ce ne scusiamo) che andava a commemorare il primo concerto in terra nipponica dell'ensemble di Mannheim. Finito sorprendentemente sold-out, la Tesco ne appronta questa nuova versione uscita esattamente un anno fa, forte del remastering di Jerome Nougaillon (già curatore tecnico di alcuni importanti lavori d'area post-industriale) e 'rinforzato' da tre tracce bonus ricavate dai due 7" in acetato di vinile "A Case Of Ortophedic Fetishism" e "A Functional Chapter Of Sexual Process", pezzi tanto rari quanto scarsi sotto il profilo della qualità audio. Disponibile sia in CD che in doppio LP, l'anello mancante della discografia dei Genocide Organ si presenta meno aggressivo del suo illustre predecessore "Leichenlinie" e tematicamente meno compatto (vista la gestazione prolungata) del virtuale e scomodo successore "Save Our Slaves", ma al contempo riesce a recuperare ed anticipare sensazioni di entrambi i titoli. La tracklist, in certo qual modo improvvisata e votata anche al recupero di brani editi, ci consegna un disco dalle tante sfaccettature (cosa rara per il quartetto tedesco), sia sul fronte tematico che sonoro: ciò ne fa probabilmente il lavoro più ascoltabile di Genocide Organ, pur rimanendo entro i confini di tonalità che spaziano dal post-industrial alla power-electro. Nel complesso emergono alcuni pezzi, come la magnifica "Und Morgen Die Ganze Welt", introduzione a quell'ambient ruvida e mortuaria che i Nostri approfondiranno in pieno negli anni a venire, ed altri, come "Death To China IV" e "The Butcher Of Woodside", venati della solita ironia più o meno macabra. Le virate guerresche sono affidate a "In The Ghetto" e soprattutto a "Sturmfieber", tracce d'eccezionale impatto, già contenute nella rara tape che sanciva il debutto dei connazionali Turbund Sturmwerk. Il pezzo forte del disco rimane comunque il classico "White Power Forces", scomodo quanto celebre titolo tra i più rappresentativi della prima stagione artistica del gruppo, capofila di una lista di brani caratterizzati da un'inquietante alone razziale. Sull'opera rimane un solo punto interrogativo: l'assenza di "Genital Inferiority", l'unico escluso dei cinque pezzi ricavati dai 7" giapponesi, che sebbene apparso successivamente in forma rimaneggiata, poteva tappare una falla nella curiosità dei seguaci della band. Allora come oggi i Genocide Organ riescono a sublimare il rumore e trasformare in qualcosa di compiuto quel che i Throbbing Gristle avevano ideato sul finire degli anni '70. Più che a un semplice CD, siamo dinnanzi ad un tassello di una lunga storia, imprescindibile per chiunque abbia anche solo un vago interesse per l'industrial e i suoi derivati.
Michele Viali
http://www.myspace.com/genocideorgan