01-05-2013
MACULATUM
"The Nameless City"
(Malignant Records)
Time: (52:39)
Rating : 7
Non è un caso che vi sia la Malignant Records dietro al debutto assoluto di Maculatum, dal momento che si tratta di un side-project a quattro mani fra l'americano Kerry Braud (Rasalhague) e il francese Thibaus Thaunay (Collapsar), entrambi già autori di un album a testa per l'ottima label statunitense coi rispettivi monicker. Così come non appare casuale la collaborazione fra i due artisti, vista l'affinità sonora nell'esplorare i meandri della dark ambient, come dimostrano tanto l'unico album di Collapsar ("Beyond The Event Horizon" del 2009) quanto le uscite firmate Rasalhague, in particolare il full-length per la Malignant "Rage Inside The Window" del 2011. "The Nameless City" prende ispirazione dall'omonimo racconto breve di quel H.P. Lovecraft che conta orde di estimatori negli ambiti più oscuri della musica, e sul retro della pregevole confezione digifile campeggiano alcune parole del celebre scrittore che risultano ideali per introdurre ai contenuti dell'opera: "La più antica e forte emozione dell'umanità è la paura, ed il più antico e forte tipo di paura è la paura dell'ignoto.". Rimanendo fedeli alle proprie prerogative, i due autori offrono in questa veste una maggiore ricchezza di soluzioni (incluso qualche sample vocale di buon effetto), dovuta soprattutto all'utilizzo non marginale di pattern ritmici che impreziosiscono vari momenti del dischetto, diviso in sei parti denominate progressivamente come tali. Se la prima parte apre fra droni e riverberi desolanti, introducendo subito al clima plumbeo che permea l'ignoto cammino, già dalla seconda e più minacciosa parte trovano spazio ritmi percussivi trasudanti inquietudine, ben presenti anche nella terza parte. I quasi 15 minuti della quarta parte configurano il frangente più lungo dell'album, che si concretizza in un lento incedere fra il vuoto più desolante ed i suoi gelidi riverberi; molto bene la quinta parte, fortemente spettrale ed elevata da un ritmo tribale che amplifica le sensazioni opprimenti emanate dalla materia dark ambient, mentre la sesta e ultima parte pone fine all'opera con toni particolarmente lugubri. Niente di nuovo o sconvolgente per chi conosce bene il panorama dark ambient, ma la qualità della produzione e della stratificazione sonora garantisce all'opera quell'efficacia che si richiede a lavori dal taglio didascalico, atti a catturare sensazioni e stati d'animo avvolti in quell'ignoto di cui avere timore, come suggerito dalla citazione di Lovecraft di cui sopra: abbastanza per anelare all'ascolto, onde ponderare l'acquisto di un lavoro limitato a sole 500 copie.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/maculatumproject
http://www.malignantrecords.com/