25-04-2013
AX
"Metal Forest"
(Cold Spring)
Time: (65:39)
Rating : 7.5
Sempre più dedita al recupero di materiale dimenticato, l'inglese Cold Spring cerca - a suo modo - di ripercorrere e ricostruire la breve parabola artistica di AX, uno dei tanti progetti messi in piedi dall'inglese Anthony Di Franco, ad oggi noto soprattutto per le sue partecipazioni a monicker duri come Skullflower e Ramleh. "Metal Forest" è una compilation sui generis che raccoglie in modo personale tracce estratte dai tre titoli dell'act britannico: se infatti il primo LP "Nova Feedback" del 1994 viene riproposto per intero, dal successivo "Ax II" (1995) vengono presi solo due brani su tre, mentre un pezzo su cinque viene recuperato dal CD "Astronomy" del 1997. Lo stile del progetto deriva dal noise inglese degli anni '80, fatto soprattutto di strumentazione rock (Di Franco è principalmente un bassista) rifinita con synth analogici; una tipologia di rumore per lo più distante da quella moderna, esente da eccessive incursioni nell'elettronica e lontana sia dal nonsense nipponico che dagli esiti ambientali tipici delle nostre zone; colpiscono soprattutto alcune soluzioni in anticipo sul doom, con toni compatti e vibranti, ed altre che si muovono in parallelo con la ruvidezza del black metal, epurato ovviamente della struttura canzone, della voce e delle ritmiche. I pezzi di "Nova Feedback" sono dei muri sonici elaborati a partire da chitarra e basso: ogni episodio ha peculiarità proprie, sfrutta frequenze e toni differenti, e si mantiene aderente ad architetture uniformi, insistenti e massicce. I due pezzi di "Ax II" si spingono invece verso una power-electro vagamente strumentale, spigolosa, pungente e tutt'altro che univoca se confrontata con le tracce del '94: si tratta di una variante stilistica che stacca dal wall-noise per abbracciare le frequenze impazzite che troveranno tantissimi epigoni a ridosso del nuovo millennio. "Kortex", unico pezzo datato 1997 e posto ad inizio disco, viene riutilizzato come intro, il che non sorprende visto che appare meno irritante e devastante dei brani a seguire, incentrato su ondulate frequenze di basso dalla presa immediata e dall'effetto non troppo nervoso. La chiusa di "Cluster" (recuperato sempre da "Nova Feedback") sembra fare da contrappunto all'entrata, riprendendo un'oscurità tutta rock e proponendo l'ennesima sfaccettatura di un'anima più che variegata. A dirla tutta non sembrava poi così difficile includere nell'opera i cinque tasselli mancanti per ristampare l'intera discografia del progetto, ma si è forse cercato in primis di riproporre in formato digitale le vecchie tracce pubblicate su vinile e quindi di costruire un album a sé stante, rimescolando con gusto materiale già edito. AX rimane uno dei tanti nomi affascinanti che popolarono l'universo underground degli anni '90, un periodo ancora da scoprire, durante il quale ribollirono idee e soluzioni non così scontate come si vuol credere. Un recupero necessario per capire come si è evoluto il noise e da dove derivano alcuni stili attuali.
Michele Viali