25-04-2013
THU20
"Vroeg Werk"
(Monochrome Vision)
Time: CD 1 (76:38); CD 2 (77:52)
Rating : 6.5
Tra le etichette indipendenti ormai parecchie optano anche per un'attività di ristampa volta a recuperare titoli e nomi sconosciuti, alla ricerca di un'emozione che forse i progetti moderni stentano sempre più a dare. Tra queste label la russa Monochrome Vision si presenta come una delle più puntuali e precise, dedicando attenzione a monicker dimenticati dell'ambito sperimentale. Il caso dei THU20 è un recupero ardito finalizzato a colmare lacune puntando su materiale secondario e performance dal vivo, ma anche a stimolare l'attenzione su di un nome difficile e comunque degno di nota. Collettivo olandese nato intorno alla metà degli anni '80, i THU20 pubblicano la gran parte dei loro album per la Midas Music, piccola etichetta di proprietà di Jac Van Bussell, membro della band: i loro lavori hanno la particolarità di essere registrati in esibizioni dal vivo o per stazioni radio, fatto che ne amplifica il mood improvvisato e ne giustifica l'ampio numero di pezzi live apparsi nel doppio CD che vi andiamo a presentare. "Vroeg Werk" comprende una prima sezione di componimenti rari usciti in compilation ormai perdute, mantenendone l'ordine cronologico originario, ed una seconda sezione contenente solo tracce live che documentano con materiale inedito l'attitudine principale del gruppo. La struttura e il concept ricordano da vicino le operazioni filologiche di etichette come Vinyl On Demand, incentrate su ampi quantitativi di materiale esente da 'tagli' e corredato da una sezione storico-informativa. I THU20 non hanno esattamente avuto una carriera statica e lineare: la sezione che raccoglie i pezzi da studio rende infatti conto di un'evoluzione sui generis che vede i primi brani rifarsi ad un industrial anche orecchiabile, dotato di ritmiche serrate (il brano "4023" suona estremamente moderno e fresco), per poi confluire in suoni più ossessivi che gradualmente evolvono in musica concreta, frutto di toni prereregistrati e sovrapposti, un po' nello stile di Maurizio Bianchi, un po' seguendo le orme del nonsense giapponese. Su tutte le tracce grava una volta lo-fi caratterizzata anche da suoni coperti e volumi non sempre puliti, che vanno a sporcare una resa audio già di per sé imperfetta. Alla fine del primo disco viene collocata una sterminata traccia di 24 minuti, apparsa in origine nell'LP split con Merzbow e registrata dal vivo a Bordeaux: qui i suoni si fanno più tondi e pieni, portandoci nei meandri di un noise stilizzato e maggiormente curato a livello tecnico. Il secondo CD presenta tracce live risalenti agli albori della band: si potrebbe pensare ad una sezione per completisti, ma in realtà questi brani svelano l'aspetto più folle e improvvisato del gruppo, tra tribalismi, motivetti analogici e curiosi profili ambientali. Il tutto è ancora una volta segnato da un lo-fi ruvido, con suoni grezzi generati principalmente da synth e distorsori. "Vroeg Werk" è un lavoro interessante per chi vuole recuperare un tassello minore nel mare magnum industriale del passato, attento e quasi scientifico nell'assemblaggio del materiale e (credo) volutamente privo di remastering. Il tutto lo rende fondamentale per la nicchia di persone che conosce i THU20 o che vuole semplicemente approfondire lo sperimentalismo sonoro attivo tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90.
Michele Viali
http://www.monochromevision.ru/