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Room 104

17-04-2013

VV.AA.

"Playing On The Ground - XXVI International Luigi Russolo Rossana Maggia Award"

Cover VV.AA.

(Monochrome Vision)

Time: (77:05)

Rating : s.v.

È ormai dal 1979 che si tiene un concorso organizzato - tra gli altri - da Rossana Maggia e intitolato a Luigi Russolo, celebre pittore e compositore futurista, creatore lui stesso di curiosa strumentazione rumoristica ed oggi punto di riferimento per molti sperimetatori acustici ed elettro-acustici. "Playing On The Ground" ci illustra i risultati dell'edizione del 2012, mettendo in scaletta i brani realizzati dai primi tre classificati, da chi ha ricevuto menzioni speciali e da chi è stato premiato direttamente dal pubblico e non dalla giuria. Insomma un bel festival, diviso per questa occasione tra la Francia e la Spagna, che ha saputo evolversi nel tempo, ingrandirsi ed attirare su di sé la giusta attenzione. Gli autori che si susseguono sono tutti 'under 35', secondo quanto stabilito dalle regole della competizione, e vengono in larga parte da Stati Uniti ed Europa. Dinnanzi ad iniziative di questo tipo si teme sempre di assistere ad una sequela di rumore senza senso, salvo poi avere la felice sorpresa di ascoltare esclusivamente autori competenti che cercano di costruire architetture sonore compiute con l'ausilio di rumori, o magari di generare rumori usando strumenti ed assemblando i pezzi con gusto e ricercatezza personale. Va soprattutto sottilineata la totale distanza da progetti o sonorità relative alla scena post-industriale: non si ha infatti alcun tipo di aggressività sonora o concettuale, per contro emerge spesso un uso anomalo della strumentazione classica a cui vengono sommate una gran varietà di curiose percussioni e di 'materiale' elettronico, spaziando da pezzi più organizzati ad altri (almeno all'apparenza) più improvvisati. Da notare come i due brani premiati dall'audience hanno una struttura più compatta, in cui trovano posto anche tonalità prolungate e simil-droniche, in certo qual modo meno distanti dal concetto di musica, come il pezzo quasi ambientale di Sam Salem. Il più estremo dei brani, ovvero quello che gioca più col rumore puro e con tutte le sue dissonanze ed alterazioni, è senza dubbio quello del vincitore Timothy Schmele, segno evidente che produrre musica di questo tipo è tutt'altro che facile, visto che in fin dei conti l'istinto ci spinge verso l'armonia piuttosto che verso la 'rumorarmonia'. Non per tutti i gusti, ma di sicuro una spanna al di sopra di tanto noise che intasa l'attuale mercato underground.

Michele Viali

 

http://www.monochromevision.ru/