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Room 104

07-04-2013

RAPOON

"Seeds In The Tide Volume 1"

Cover RAPOON

(Zoharum)

Time: CD1 (75:09); CD2 (65:14)

Rating : 7.5

La collaborazione artistica tra Rapoon e la label polacca Zoharum continua con un'uscita maiuscola che va a recuperare tutte le tracce 'rare', edite in singoletti vinilici e in compilation, che l'act inglese ha disseminato nel corso degli anni '90; prima parte di un'operazione di recupero che vedrà a breve un seguito contenente i pezzi relativi al periodo successivo al 2000. Robin Storey, ex Zoviet France, non necessita di troppe presentazioni: pioniere di un sound post-industriale nato con peculiarità singolari e ad oggi ancora riconoscibile per strutture decisamente fuori dalla norma, basate sull'incrocio di basi elettro-droniche circolari e sfumature tribal-etniche che emergono soprattutto nei mood percussivi. In pratica, lo sperimentalismo occidentale viene incrociato con echi afro-indiani per creare un qualcosa di nuovo ed assolutamente originale. All'interno del CD sono riconoscibili fasi stilistiche diverse e soluzioni differenti: si hanno infatti brani più martellanti e non eccessivamente esotici come la rara "Fallen Gods" che uscì su 7" nel 1993, ma anche passaggi vicini alla drone ambient con echi che rimandano alla grande stagione kraut, fatta di sottofondi dilatati e rintocchi percussivi che cullano pacatamente i suoni, di cui sono esempi le tracce "Dust Of Faith" e "Trial Of Lies". Più vicini ad alcune cose di Muslimgauze i brani con percussioni ed arrangiamenti marcatamente medio-orientali, mentre si sfocia in un tribalismo selvaggio e rituale quando intervengono strumenti etnici campionati come in "Distance In". A completare l'opera abbiamo un secondo CD contenente le quattro tracce del CDr "Messianic Ghosts", edito nel 1997 in sole 50 copie: ad eccezione del periodo in cui è stato pubblicato, questo piccolo lavoro poco ha a che vedere con i pezzi del primo CD, essendo costruito su suoni dronici prolungati e minimali, esente da basi circolari, inserimenti strumentali e percussioni, se si esclude il brevissimo outro "Horned Moon". I tempi sono dilatatissimi, le tonalità si estendono lungo percorsi sterminati mutando quietamente forma e strizzando l'occhio alla vecchia space-ambient. Nel complesso "Seeds In The Tide Volume 1" è un viaggio lungo una parte della carriera di Storey, affascinante per chi ancora deve entrare nel mondo di Rapoon, ma raccomandato anche agli affezionati di vecchia data visto il lavoro di remastering fatto sui brani. Ovviamente da avere in coppia col "Volume 2" di prossima uscita.

Michele Viali

 

http://www.the-edge.ws/pretentious/rapoon/rapoon2012/home.html

http://zoharum.com/