06-11-2012
SCHATTENSPIEL
"Missing In Action And Presumed Dead"
(Daidalos Records)
Time: (68:52)
Rating : 7.5
È la piccola label cilena Daidalos Records ad occuparsi di dare alle stampe questa gustosa raccolta del progetto del tedesco Sven Phalanx, realizzata nel formato CDr in sole 40 copie (con la stupenda veste grafica dal taglio artigianale in cartoncino ruvido). L'allegoria guerresca del titolo, "dispersi in azione e presunti morti", si adatta bene a quella che si rivela essere una raccolta di musica sperimentale, remix, contributi per compilation e brani inediti realizzati fra il 2009 e il 2011 dal Nostro, al solito coadiuvato da svariati collaboratori (non solo i fidati amici e più volte compagni di scorribande sonore Barbarossa Umtrunk e Verney 1826, ma anche Ezcaton, Karma Marata e Troy Southgate). Non quindi un'antologia a ritroso nella (ancor breve) storia di Schattenspiel, né verosimilmente un compendio pienamente rappresentativo del suono dell'act teutonico, ma senza dubbio un'ulteriore riprova della pregevolezza che Sven riesce a conferire ad un songwriting sempre in bilico fra marzialità e drammaticità sinfonica. Se è facile individuare nei due pezzi firmati con Barbarossa Umtrunk ("Tell-Tale Heart" e la conclusiva "Winter's Reign") i momenti più bellicosi, minacciosi e possenti (addirittura taglienti negli spoken words francofoni), sorprendono invece i vari episodi di matrice più electro-oriented, come l'intensa nel ritmo e sottile nelle melodie "Sex Magick", una "The Green World" - realizzata con Ezcaton - dove l'elettronica si fa tanto groovy quanto abrasiva nelle sue rumorose effusioni, la nervosa e distorta "Phalanx" ed una "Cumshot Queen" le cui belle atmosfere sospese sono lo sfondo per dei samples 'sessuali' perfettamente legati all'esplicito titolo. Trova tuttavia legittimamente più spazio il consueto piglio sinfonico/marziale di sempre, che risalta negli episodi in cui figura Verney 1826 (la tesa "Ruhe Vor Dem Sturm" e la più belligerante "Aus Der Tiefe"), ma i momenti più alti di una raccolta così corposa e stimolante per le sue molte sfaccettature sono senza dubbio il grigio, tenue e drammatico soffio ambientale "Weihnachtsfrieden" e la cupa, toccante "The House Of Usher", piccoli gioielli che testimoniano il talento compositivo del loro creatore. Inevitabilmente, viste le modalità della selezione dei brani e la tiratura estremamente esigua, questa succosa raccolta è destinata ai più fedeli seguaci dell'act tedesco, che di certo non vorranno lasciarsi sfuggire un così appetibile pezzo da collezione.
Roberto Alessandro Filippozzi
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