25-10-2012
FUNERARY CALL
"Fragments From The Aethyr"
(Crucial Blast)
Time: (39:05)
Rating : 7.5
In passato ci siamo già occupati di un paio di lavori di Sistrenatus (segnatamente dei due editi dalla Cold Spring), ma il più longevo ed importante dei progetti del canadese Harlow MacFarlane è Funerary Call, tanto che i primissimi vagiti risalgono al 1994 con la cassetta "Comselh De Ors". Coi due CD usciti in estate ("Nightside Emanations" su Malignant Records a giugno ed il qui trattato "Fragments From The Aethyr", confezionato in digipak e messo sul mercato a luglio) Funerary Call è giunto complessivamente alla dodicesima release fra cassette, CD, CDr e vinili, ma approda per la prima volta alla corte della Crucial Blast, ottima etichetta del Maryland che ha un feeling particolare coi progetti più mortiferi ed affini a certe derive più stuzzicanti del black metal (Demonologists, T.O.M.B.), e che quindi rappresenta un lido ideale per un act che, specie nel primo periodo, aveva ben più di un punto di contatto con la 'fiamma nera'. Negli anni, specialmente con gli ultimi lavori (come il valido "Dark Waters Stirred" del 2010), il suono di Funerary Call si è evoluto ed affinato (anche a livello di resa sonora), spaziando con grande padronanza dei mezzi e gusto compositivo fra le pieghe più oscure e malauguranti a cavallo fra industrial, ritual ambient e black industrial, e non sbaglia di certo la Crucial Blast nel consigliare l'ascolto del lavoro di MacFarlane a chi ha apprezzato le gesta di Mz. 412, Aghast, TenHornedBeast, Nordvargr, Gnaw Their Tongues e Megaptera. In questa nuova fatica l'artista canadese propone tre lunghi brani, e per completarne le orchestrazioni maligne e le atmosfere raggelanti si avvale di poche ma importanti collaborazioni, fra cui l'ispirato violino di Lashen Orendorff, a dir poco indispensabile per caricare di agghiacciante tensione i lugubri scenari disegnati. Proprio questo strumento, sospeso fra le percussioni rituali, catalizza l'opener "Libation", prima di innescare un crescendo industrial magnificamente opprimente; nettamente più spettrale ed inquietante la lunga "Fragments", dove gli inquieti svolazzi dell'archetto di Orendorff si rivelano decisivi per dare una connotazione raggelante alle nere ambientazioni sapientemente create da MacFarlane, prima che i suoni si dilatino fino a farsi quasi sontuosi. La conclusiva "Transference From The Void" è il degno culmine di questa nuova fatica: ai lugubri toni rituali si affianca un throat singing di grande effetto, prima che la materia ambientale si tinga dei toni più malvagi, spaventosi e paralizzanti di cui l'autore canadese sia mai stato probabilmente capace. E, come alla fine degli altri brani, il malevolo flusso sonoro si 'spegne' lentamente, fino a lasciare solo il gelo sulla pelle. Funerary Call è ormai un nome che, oltre ad una solida reputazione cementata negli anni, ha raggiunto un livello di maturità compositiva e di efficacia realizzativa grazie al quale difficilmente potrà deludere i più esigenti seguaci delle sonorità industrial e dark ambient a tinte black più estreme e maligne: onore al merito. Consigliato.
Roberto Alessandro Filippozzi
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