13-06-2012
DISSECTING TABLE/VASILISK
"Saddharma/Tibetan Liberation"
(Steinklang Industries)
Time: (59:12)
Rating : 7.5
La Steinklang Industries dà voce a due storici progetti giapponesi, uniti in uno split-album dai riferimenti spirituali e dal contenuto sperimentale. Da una parte troviamo Dissecting Table, l'act di Ichiro Tsuji attivo dalla fine degli anni '80, di cui la label austriaca ha pubblicato in tempi recenti materiale live e retrospettive di pezzi realizzati in studio. Dall'altra Vasilisk, band nata da una costola dei leggendari White Hospital, di cui non si avevano notizie da oltre dieci anni. Dissecting Table propone un'unica traccia di mezz'ora strutturata in tre movimenti. Il primo è segnato da un coacervo di materiale elettronico in parte di natura analogica, fondato su rumori stratificati che assumono ben presto la forma di un muro sonico concreto: un grande ammasso uniforme che rimanda ad alcuni classici del japanoise come Merzbow. La seconda parte vede l'entrata in pista delle varianti sonore tipiche di Ichiro: la base ritmica marcata, le voci grind iperdistorte e la linea para-melodica di chitarra elettrica, che si insinua nella muraglia ferrosa con le fattezze di un nervoso rumore controllato e ordinato. Il finale è caratterizzato da un noise più calmo, fatto di linee sintetiche che vanno diradandosi per porre fine alla tempesta uditiva. Vasilisk si presenta nella formazione tipo composta dalle due menti storiche Tomo Kuwahara e Yukio Nagoshi, coadiuvati da due special guest alla voce e alle percussioni. Il tema oriental-spirituale al centro del concept è quanto di più normale per un act da sempre dedito a sonorità ritualistiche e paganeggianti. Se paragonati ai loro due primi lavori degli anni '80, questi quattro pezzi mostrano una diminuzione del fattore industriale e martellante, mentre nulla hanno a che vedere con l'ultimo CD del 1998, segnato da un'electro ossessiva e anomala per i canoni del progetto. Emerge forte la volontà di sperimentare in direzione ambient-ritualistica con loop circolari, accumuli di rumori lievi che creano una sottile atmosfera sacra, percussioni tribali e voci da cerimonia ancestrale. Anche le chitarre elettriche riescono ad assumere fattezze astruse, giocando il proprio ruolo in architetture semi-religiose che ricordano progetti come Zero Kama. Se quindi Dissecting Table si presenta con fattezze più grezze e dirette, in parte vicine al noise nipponico e in parte debitrici del grind, Vasilisk gioca di fino (cosa che gli è sempre venuta bene) con mantra industriali di difficile catalogazione e grande impatto. Album di fattura elevata, con i momenti migliori nella seconda parte. Da avere soprattutto per il ritorno in grande stile di Vasilisk.
Michele Viali
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