23-03-2012
APOPTOSE
"Nordland"
(Tesco Organisation)
Time: (61:15)
Rating : 8.5
Usciva nel 2000 il disco d'esordio di Apoptose, ad oggi una delle più convincenti scoperte di casa Tesco. Sebbene accolto con pareri favorevoli, "Nordland" fu immeritevolmente oscurato dalla fama del successivo "Blutopfer", pur non essendone inferiore per qualità e intensità, ma anzi anticipandone temi e suoni. La casa di Mannheim ne appronta adesso una gustosa ristampa arricchita di una traccia bonus, di un nuovo artwork e di una confezione mirabolante in digisleeve a 8 pannelli e custodia interna. Il contenuto, bollato approssimativamente da qualcuno come dark ambient, mostra la cifra stilistica tutta personale di questo progetto, distante dalle facili catalogazioni e da strutture prevedibili. La tematica delle terre del Nord, illustrata nella vecchia copertina con un simbolo runico, viene percorsa con modalità esoterico-rituali e al tempo stesso maestose, quasi a trasfigurare le fredde zone geografiche del titolo in una cerimonia magica. I brani sono elaborati attraverso ampi e prolungati tappeti di synth, di norma minimali e tragici, a cui vengono aggiunti cori in riverbero (esemplare la traccia "Sturmnacht") e una ventata di tonalità analogiche memori delle sonorità degli anni '80. Notevole anche l'inserimento di percussioni marziali, anticipatrici di quelle evoluzioni che saranno alla base di "Blutopfer" e che porteranno alla collaborazione con la Fanfarenzug di Lipsia. Difficile accostare un così singolare lavoro ad altri nomi: i lunghi tappeti di tastiera, drammatici e orchestrali, rimandano in primis a Les Joyaux De La Princesse, così come le partiture percussive, prossime anche a colossi della Cold Meat Industry come Sephiroth. Su tutto agisce anche una rivisitazione in chiave minimal di certa space-ambient, piegata ad esigenze funebri e oscure. La traccia bonus "Svartisen" risale ai tempi in cui uscì l'album, ma nulla aggiunge al disco, collocandosi nei paraggi di una canonica dark ambient. Album gelido e mortuario, avvolto da uno spesso alone misterico e segnato da una profonda unicità: acquisto obbligato per chi si fosse perso l'edizione del 2000.
Michele Viali