23-03-2012
MACHINEFABRIEK
"Veldwerk"
(Cold Spring)
Time: (67:31)
Rating : 6.5
Abbiamo già avuto modo di parlare nel nostro magazine di Machinefabriek, il prolifico progetto olandese giostrato da Rutger Zuydervelt. Questa nuova release è in realtà una compilation che accorpa brani già pubblicati negli ultimi anni in edizioni limitate o usati per video-installazioni e colonne sonore. Il modus operandi di Rutger è come sempre basato su field recordings di vario genere, rielaborate in studio al fine di richiamare alla mente un'ambientazione ben definita. Scendendo nel particolare i pezzi d'entrata e di uscita, intitolati "Slovensko I" e "II", sono ricavati dagli omonimi 7" e CDr del 2009 e rendono conto, attraverso la secca registrazione di rumori naturali, di un viaggio in Slovacchia. "Rusland", ricavata da un CDr del 2008, è strutturata su frammenti di field recordings e registrazioni dal vivo messe a punto in Russia: rispetto ai due titoli precedenti questa traccia appare più calma e sorprendentemente melodica, tesa verso un astrattismo moderno e mitteleuropeo. Interessante anche la successiva "Breaking Water", costruita esclusivamente con frammenti sonori 'strappati' sull'Erasmus Bridge di Rotterdam, con esiti riflessivi e gelidi. Decisamente singolare è la seguente "Floor & Radio", che, come spiega il titolo, mette in contrasto il sibilo di onde radio con lo scricchiolio di un pavimento. Più rilassata è la lunghissima traccia "Apollo", originariamente scritta per un film di Makino Takashi e dotata di un tema fluttuante e morbido da atmosfera astrale. Nel complesso, "Veldwerk" appare come un susseguirsi di brani cerebrali in cui spadroneggia il silenzio e la musica sembra essere l'unica grande assente. Il mondo viene fotografato in presa diretta, ma fissato su disco con un freddo aplomb metallico, in cui la calma di fondo viene turbata da irriconoscibili rumori estratti dalla realtà circostante. Eccellente sia la resa audio che la confezione in digipak e l'artwork. Notevole per la caratura sperimentale, ma di sicuro meno abbordabile rispetto ad altri lavori dell'autore olandese. Per intenditori.
Michele Viali