06-11-2011
VORTEX
"Rockdrill"
(Cyclic Law)
Time: (53:34)
Rating : 7.5
L'act tedesco Vortex giunge al suo terzo lavoro, mantenendosi fedele ai suoi standard compositivi e tematici. Il nuovo album si basa infatti su di un solido concept che va a ricollegarsi sia al nome del progetto - relazionato alla corrente del Vorticismo - che al debut "Phanopoeia", uscito per la Tesco tre anni fa. "Rockdrill" si ispira all'omonima scultura del vorticista Jacob Epstein, che ispirò - tra gli altri - anche Pound, ma che finì per buona parte distrutta durante la prima guerra mondiale. Il disco cerca di ricostruire la storia e i significati di quest'opera d'arte utilizzando uno spettro sonoro decisamente ampio, specie se paragonato ai precedenti titoli. Di base siamo sempre nei paraggi di una raffinata dark ambient, che trova nell'elettronica il suo punto cardine e nella strumentazione la sua parte più viva e affascinante. In special modo, gli strumenti a corda che campeggiano su masse di drones in brani come "Epilogue: Canto Zero" e "Fatalism" danno un colore particolare alle atmosfere, generate da un affascinante contrasto tra toni freddi e caldi. In altri frangenti è invece la classica stratificazione elettronica a prendere il sopravvento con risultati spesso eccellenti, grazie ad un dosaggio meticoloso delle parti sonore e ad arrangiamenti ad effetto, come nel caso dei possenti tribalismi di "Rockdrill I", "Iron Cage" e "Persistence". A tratti fa capolino anche un effetto soundtrack ("Rockdrill II"), forse prevedibile ma che in fin dei conti non guasta. Vortex si propone quindi in ottima forma, affinando al meglio la propria capacità compositiva. Risultato inaspettato che non mancherà di stupire anche i più navigati seguaci del post-industrial.
Michele Viali
http://www.myspace.com/vortexphanopoeia