14-05-2011
MACHINEFABRIEK
"Vloed"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (74:38)
Rating : 7
Seconda collaborazione tra il prolifico act olandese Machinefabriek (al secolo Rutger Zuydervelt) e la label inglese Cold Spring: dopo la compilation "Daas" ecco "Vloed", titolo pubblicato in origine su CDr nel 2008 ed ora arricchito di una quarta traccia bonus, che va ad unirsi agli altri tre pezzi ricavati da performance dal vivo eseguite nei Paesi Bassi tra il 2006 e il 2008. Quel che balza subito all'orecchio è la capacità di mantenere alto il livello anche in sede live, cosa non indifferente visto che i progetti elettronici riescono a fatica a trasportare sul palco le emozioni create tra le mura di uno studio, il che giustifica in pieno la riedizione di questo CD. Ogni pezzo è contrassegnato da uno sviluppo in crescendo, ma da peculiarità sonore proprie: in generale l'ambient si unisce ad una vena astratta, mentre i drones vanno ad assumere spesso le sembianze di orchestrazioni metalliche dall'impatto efficace. L'apertura di "Allengskens" ci porta verso orizzonti naturali e tranquilli, segnati da avvolgenti toni sintetici; la successiva "Drijfzand" aumenta la dose di pacatezza retta da lievi drones, piccoli rintocchi ed esili 'graffi' di rumore, con un finale para-sinfonico ricco di pathos; "Vrijhaven" nasce invece da impercettibili rumori minimali, stridolii di chitarra ed una base astratta, che si fa largo assumendo un ruolo predominante con la sua ossessiva linearità. La traccia bonus "Vloed" è l'unica dalle fattezze oscure: caratterizzata da una maggiore densità sonora dovuta a drones stratificati, finisce con l'esplodere in un muro compatto di chitarra elettrica, segnato da movimenti lenti e poderosi ai limiti del doom. L'album mostra tutta la maestria di questo autore, capace di piegare i rumori ad effetti contrastanti e diversi, creando atmosfere magnetiche che meritano un occhio di riguardo nel vasto panorama dell'elettronica ambientale. Confezione elegante in digipak e nuovo artwork che traduce perfettamente l'essenza dell'opera.
Michele Viali