07-05-2011
IMMUNDUS
"Eye Of The Serpent"
(Quartier23)
Time: (50:01)
Rating : 7
Avevamo già avuto il piacere di parlare di Immundus un paio di anni fa, allorché uscì il secondo disco "Haunted Memories". Il nuovo lavoro - edito in formato CDr nero - mantiene le coordinate stilistiche del passato, nel tentativo di affinare le armi e raddrizzare la mira verso qualcosa di più duro. Il portoghese Bruno Duarte, mente unica del moniker, riesce infatti ad accantonare sia le influenze ambientali del black scandinavo (forse subite in seguito al suo trasferimento in Norvegia), sia un'aderenza a volte eccessiva al formato colonna sonora. D'altro canto mantiene viva la componente orrorifica, dando corpo ad immagini tangibili e concrete, immerse in luoghi chiusi ed angusti, in cui regna un umido sentore di morte. Per creare tutto questo le tredici tracce dell'album fanno leva su una dark ambient che più classica non si può, costruita su intrecci di rumori ben noti (clangori, rimombi, lame stridenti, rintocchi, sibili, soffi di vento ecc.) immersi in cupe tonalità sintetiche. In pratica ci si sposta dall'inquietudine malinconica, inscenata nel precedente lavoro, ad un malessere più profondo e asfittico, costruito con le tipiche modalità del post-industrial. L'insistenza ossessiva è il perno di ogni brano, che gioca sulla ripetizione circolare di architetture semplici, tese a creare un'atmosfera terrificante con esiti a volte sin troppo prevedibili. Nonostante ciò, alcuni pezzi sono costruiti con buona maestria e riescono a colpire nel segno: ne sono esempio "Nightwork", sorta di mantra ritmico generato da una sequenza rumoristica, la percussiva e semi-melodica "Carved And Left To Die" (pezzo che si lascia andare ad una inaspettata orecchiabilità) e l'allusiva "Experiments In Cold Blood", che ci porta a vivere le azioni di un folle impegnato a sezionare un corpo. Le somiglianze con nomi titanici come Archon Satani o Megaptera (giusto per citarne un paio) sono tutt'altro che casuali, ma qualche spunto azzeccato e un mastering di gran livello rendono "Eye Of The Serpent" un lavoro più che appetibile per chi segue la scena in questione. Confezione in digipak economico ma elegante, fatto con carta sottilissima e adornato da un buon artwork.
Michele Viali