20-12-2010
MACHINIST NOISE ASSAULT
"Self Help"
(Silken Tofu)
Time: (41:43)
Rating : 7.5
La Silken Tofu è una piccola ma estremamente interessante etichetta che opera dal 2006 in ambiti quali le forme più dure dell'industrial e l'elettronica più sperimentale, e nei suoi cinque anni di attività ha rilasciato un discreto numero di produzioni, dando spazio ad artisti la cui poca notorietà (seppur in quelle che sono comunque piccole nicchie di pubblico) stride con le loro buone capacità artistiche; ciò attraverso pubblicazioni sempre molto limitate nel numero di copie prodotte, ma adornate da pregevoli confezioni che rappresentano un significativo valore aggiunto. Alla piccola ma determinata etichetta va ora il merito di aver portato allo scoperto MAchinist Noise Assault, progetto condotto da Brandon Malzahn, 28enne manipolatore di rumori e suoni dal North Carolina. Lo statunitense ha mosso i primi passi nella sperimentazione con le macchine nel 1998, spargendo qualche sparuto germe sonoro in rarissime occasioni, e nel frattempo (2006-2008) ha rilasciato un paio di uscite col suo altro progetto Chromascope; tanta pazienza ha solo giovato, oltre all'esperienza maturata col tempo, e difatti il Nostro si fa trovare pronto all'appuntamento col sospirato debutto, nello specifico edito in una bella confezione cardboard con stampa argentata in formato 7" e limitato a soli 300 esemplari numerati a mano. Significativo è il fatto che Brandon si faccia trovare pronto non solo dal punto di vista squisitamente tecnico, ma anche e soprattutto da quello compositivo, perché in una nicchia sonora come la power electro, quando si tratta di esordienti, il rischio di imbattersi in smanettoni privi di basi tecniche e concettuali è sempre dietro l'angolo. Che non sia l'ennesimo newcomer destinato a scomparire nel giro di una sola uscita Brandon lo dimostra coi fatti, rilasciando un lavoro convincente ed intenso, mantenendo saggiamente il minutaggio sotto la soglia dei tre quarti d'ora. Se ci si fermasse alle due tracce d'apertura, pur riconoscendo il buon livello tecnico della costruzione delle medesime, si potrebbe pensare alla canonica power electro opprimente e con ferali vocals ipereffettate, ben fatta ma senza sussulti; con "Crippled By A Thousand Deaths", però, irrompe un rumore strisciante che fa avvertire una minaccia incombente, e ti accorgi che la cosa funziona dannatamente bene quando "Shut Up. Curl Up. Die" si insinua ovunque coi suoi sinistri suoni e ti travolge con la ferocia di vocals rudemente in-your-face. Ma è "Never Enough" l'apice nero del dischetto, grazie al suo taglio particolarmente oscuro, minaccioso ed asfissiante; il finale è un tripudio di brutalità sonica, con "The Mind Is The Enemy" che si muove come una rumorosa onda crescente, pronta a tuffarsi in un oceano di caos lacerante, laddove la conclusiva "Victim By Choice" erige il definitivo ed impenetrabile muro sonoro al termine di un lavoro che, nelle intenzioni del suo autore, ruota attorno al concetto di essere i peggiori nemici di sé stessi attraverso negazione ed abusi autoinflitti. Suoni interessanti che sanno evocare immagini e sensazioni forti, per un debutto che saprà farsi apprezzare da palati esigenti come quelli dei più selettivi cultori del rumore dilaniante e dell'odio sonoro incondizionato.
Roberto Alessandro Filippozzi