15-02-2010
HALO MANASH
"Am Kha Astrie"
(Aural Hypnox)
Time: (55:00)
Rating : 8
Prosegue il nostro viaggio fra le preziose uscite della finnica Aural Hypnox e, di conseguenza, nella musica di Halo Manash, progetto facente capo ad Antti Haapapuro, titolare dell'etichetta stessa ed artista impegnato in una moltitudine di altri progetti musicali. Il Nostro, coadiuvato nuovamente dal fidato compagno d'avventure Aki Cederberg, nonché per questa specifica release da Iwo Hoccuc, torna all'opera come Halo Manash a meno di un anno di distanza dal precedente "Language Of Red Goats" con un'opera (confezionata nel fatidico formato cardboard rifinito a mano in soli 1000 esemplari) che recupera in parte quella strumentazione più ampia che permise la realizzazione lavori importanti per gli amanti delle sonorità rituali di maggior peso evocativo. Siamo nell'ottobre del 2008, ed a seguito della minimale release di cui sopra il suono di Halo Manash si colora di più tinte, rigorosamente scure: stavolta entrano in gioco tamburi arcaici, ossa, corni a spirale di origine animale, percussioni metalliche, campane tubolari, strumenti a fiato, voci ed una serie di ulteriori strumenti non meglio precisati (un certo alone di mistero ha sempre accompagnato le uscite dell'act finlandese), atti a tessere le trame delle sette composizioni di un'opera che ribadisce il ruolo di primo piano del progetto in un ambito che gli stessi protagonisti definiscono a pieno titolo 'musica elementale'. Il potere evocativo della musica di Halo Manash è fuori discussione: sebbene l'opera prediliga toni squisitamente dark ambient, coi droni che si fanno man mano sempre più foschi ed impenetrabili (in un flusso dove è talvolta difficile scorgere chiaramente certe componenti, ma proprio qui sta il fascino oscuro delle composizioni), il ricco contorno strumentale, dominato almeno nelle tracce iniziali dal suggestivo utilizzo dei corni di cui sopra, risulta perfetto per esaltare il trait d'union fra suono e richiamo spirituale, sempre a stretto contatto con la maestosità della Natura, dei suoi cicli, delle sue forze e della sua ritualità. Fra i momenti più riusciti di un lavoro la cui potenza elementale è più che mai tangibile vi è senza dubbio "The Treefaced Trunk Arises - A Pillar Through All Worlds", dove l'intreccio fra droni sempre più oscuri e tamburi minacciosi si manifesta in tutta la sua forza rituale, sottolineando una volta in più come l'Arte di Halo Manash sia in totale simbiosi col potere degli elementi, anche sul piano squisitamente estetico, segno evidente di come il contatto fra questi artisti e le forze che regolano i cicli naturali sussista ad un livello di coscienza superiore. Difficile, se non impossibile, trovare qualcosa di analogo ed altrettanto credibile là fuori.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.helixes.org/halomanash/