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Room 104

01-02-2010

VELEHENTOR

"Dyatlov Pass"

Cover VELEHENTOR

(Infinite Fog Productions)

Time: CD 1 (64:02) CD 2 (46:50) CD 3 (09:02)

Rating : 8

La russa Infinite Fog non è nuova ad importanti operazioni di ristampa di materiale ormai non più reperibile, e nel caso specifico si impegna nel gradito recupero di "Dyatlov's Pass", prima uscita ufficiale per Velehentor dopo un demo-CDr autoprodotto dall'indecifrabile titolo in cirillico datato 1999 (ma esiste un'introvabile cassetta stampata in sole 22 copie dall'emblematico titolo "Live '98" che è il vero embrione dell'act ex-sovietico). Il progetto del russo Anton Sheforostov (noto anche come 121 e tuttora attivo con l'altro quotato act drone/ambient/noise Closing The Eternity) si è guadagnato un'ottima reputazione fra i più attenti estimatori delle sonorità oscure, spaziando fra momenti di pura dark ambient (talvolta graziata da melodie, parti vocali e ritmi dal sapore rituale/marziale) e lavori decisamente più orientati verso suoni industriali al confine col power noise (si pensi alla cassetta "Sepsis 022" del 2004 o al CDr dello scorso anno - ma registrato nel 2005 - "Bleaching Of Penury"), quasi sempre in edizioni estremamente limitate. Anche "Dyatlov's Pass", lavoro concettualmente basato su di un misterioso e tuttora inspiegabile incidente occorso la notte del 2 febbraio 1959 alla spedizione alpinistica guidata da Igor Dyatlov (da cui prese poi il nome il 'passo di Dyatlov', appunto), nel quale trovò la morte tutta l'equipe impegnata in uno dei passaggi più difficili degli Urali alla volta dell'Otorten (montagna situata 10 Km a nord dal luogo del tragico evento), che in questa corposa riedizione racchiusa in un magnifico digipak perde il genitivo sassone nel titolo, veniva rilasciato in pochissime copie - contenute in un sacchetto di juta - dall'ormai defunta Fight Muzik nell'anno di grazia 2003: segnatamente 121 per l'edizione in CDr, più ulteriori 13 per la stampa ultra-limitata comprendente l'ulteriore CDr in formato 3" "Otorten". Un recupero era quindi doveroso, e la Infinite Fog ha fatto davvero le cose in grande stile, non solo per la sontuosa confezione e l'efficace artwork che la contraddistingue, ma anche per aver inserito nell'operazione un ulteriore CD contenente un lungo brano realizzato a quattro mani col misterioso progetto Ad Lux Tenebrae (più un inedito senza titolo di soli 7 secondi, praticamente... vuoto!), portando il computo totale a ben tre dischetti, per una release disponibile in 493 esemplari. Il primo dischetto consta dei 64 minuti di "Dyatlov Pass", monolitica traccia che si snoda attraverso suoni ambientali dal taglio glaciale, capaci di descrivere perfettamente il gelo profondo, i pericoli nascosti ed il senso d'isolamento di una natura proibitiva, su cui si innestano poche rarefatte percussioni fra i saliscendi dei droni: una spedizione che fu fatale a chi la compì sfidando le enormi difficoltà di quell'area montuosa, la cui sonorizzazione risulterà perfetta per i patiti delle sonorità ambientali più squisitamente glaciali. Il secondo dischetto, a parte la traccia vuota di cui sopra (che magari alzando a dismisura il volume svelerà qualcosa...), vede Anton collaborare con Ad Lux Tenebrae agli oltre 46 minuti del brano "Man-Pupy-Njër": in questo caso la materia dark ambient si tinge di nero fino a farsi scurissima e impenetrabile, quasi a voler descrivere i fatti di quella tragica notte sugli Urali e l'orrore delle sue inspiegabili morti; le lugubri campane metalliche sullo sfondo, sicuro retaggio dell'attitudine più rituale di Ad Lux Tenebrae, conducono a trame sempre più intense e terrificanti, per un episodio che farà gelare il sangue anche ai più avvezzi conoscitori delle sonorità ambientali più oscure. Il terzo ed ultimo dischetto consta del recupero di "Otorten", all'epoca bonus-CDr in formato 3" per l'edizione limitata di "Dyatlov's Pass", come già specificato poc'anzi: trattasi di nove piccoli frammenti della durata di un minuto per ciascuno che, partendo dalla medesima melodia ambientale, sfociano tutti in sonorità più oscure nell'arco di pochi secondi. Quest'ultimo dischetto, specie per la sua esigua durata (non avrebbe guastato affatto l'aggiunta di ulteriore materiale, anche a costo di uscire dai temi del concept), risulta il meno intrigante dei tre, e forse l'operazione di recupero poteva prevedere l'inserimento di queste brevissime tracce in uno degli altri due CD, ma tant'è... "Dyatlov Pass" rimane un documento importante e di grande valore artistico, oggi ripropostoci in pompa magna da un'etichetta molto attenta a curare ristampe di sicuro interesse, e tanto i completisti quanto quegli appassionati delle sonorità dark ambient che all'epoca si fossero persi le gesta artistiche di Anton Sheforostov possono seriamente pensare di aggiungerlo alla loro collezione, certi di portarsi a casa un'opera d'indubbio spessore.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/velehentor

http://www.infinitefog.ru/