29-09-2009
GEIST
"Apocalyptica"
(Elsass Kunst/JSP)
Time: (71:36)
Rating : 7.5
Il debutto di Geist, progetto del misterioso musicista 'omonimo', francese dell'Alsazia, è stato rilasciato lo scorso anno dalla Elsass Kunst (divisione della Vosegus), ma trova solo di recente la giusta visibilità grazie al contratto di distribuzione firmato con la JSP, la quale sta tuttora curandone la promozione. Geist si presenta - a ragione - come uno dei più promettenti progetti industrial/ambient francesi degli ultimi dieci anni offrendoci un corposo esordio dalla pregiata confezione digipak, completo di un ampio booklet fotografico (opera di Markus Belloni, fotografo che vanta un notevole portfolio) che aiuta a comprendere meglio il concept di base, grazie ad ottimi scatti catturati nel sud dell'Alsazia che testimoniano dell'abbandono di alcune vecchie installazioni industriali del settore minerario. Questo l'ideale sfondo per le musiche dell'artista transalpino, che ama legare le proprie fosche trame industrial/ambient all'ossessività di ritmi penetranti e cerebrali che crescono col trascorrere dei minuti, delineando i contorni rugginosi di strutture che il tempo, presto o tardi, cancellerà definitivamente dalla memoria. Quello di Geist è un suono gelido e cupo che ama partire da trame serpeggianti per acquisire pian piano un ritmo capace di farsi sferragliante, a volte piacevolmente marziale, fra bui passaggi ambient che aiutano a tirare il fiato e sferzanti esplosioni industriali. Fra i momenti migliori di un'opera sicuramente ben prodotta (la resa audio è infatti notevole), ma di certo non facile da assimilare in pochi ascolti, troviamo una "Armageddon" capace di soluzioni ed arrangiamenti interessanti, fra cui anche samples vocali e synth solenni, e "Psychodream", episodio marziale con inquietanti rulli che squarciano il buio abilmente creato attraverso la materia ambient, ma si fanno notare anche brani come la più misurata e pulsante "Crack", la più tetra e ambientale "Fog" e "Death", atto conclusivo che svela interessanti bizzarrie. Pur senza rivoluzionare nulla, Geist riesce a confezionare un valido concept audiovisivo che, senza eccedere mai con la durezza fine sé stessa, sa rappresentare con efficacia lo scorrere inesorabile del tempo sui resti di un passato già morto: un bel risultato per un act da tenere d'occhio.
Roberto Alessandro Filippozzi