28-07-2009
KARJALAN SISSIT
"Fucking Whore Society"
(Cyclic Law)
Time: (40:10)
Rating : 6.5
Continua il connubio artistico tra Karjalan Sissit e l'etichetta Cyclic Law, che stampa la quinta fatica del progetto scandinavo in formato CD, laddove, puntualmente, la label tedesca Eternal Soul si preoccupa di fornirne un' altrettanto curata versione in vinile, arricchita da una traccia bonus. Markus Pesonen rimane aderente al suo solito stile fatto di elementi post-industriali, ma cerca, d'altro canto, di variare il tutto abbandonando i riferimenti tematici di ascendenza storico-marziale e lavorando diversamente sulle partiture vocali. Già dall'artwork si evince la volontà di collegarsi al punk, proponendo collage di immagini (spesso di un dubbio gusto più che mai voluto) che ricordano quelle dei Dead Kennedys - giusto per fare un nome - e soggetti che rimandano ad una totale decadenza sociale e umana che ha come protagonista lo stesso Pesonen. Gran parte dei brani continuano a far leva sulle solite percussioni poderose e sulle immancabili esplosioni roboanti, marchio di fabbrica del progetto, mentre altri passaggi si attestano su coordinate più ambientali, costruite tramite rumori caliginosi forieri di atmosfere gelide e distruttive, al fine di tradurre la rabbia nichilista su cui si basa tutto il disco. Mancano ovviamente all'appello i classici campionamenti di discorsi d'epoca e di polverosi temi d'annata, sostituiti da feroci grugniti vocali e urla disperate, in parte debitrici delle estreme derive del metal. Rimangono invece le soluzioni orchestrali (emozionante quella di "Skitfolk"), che stentano però a trovare un collegamento con le immagini e i temi che costellano l'album: in sintesi l'ascoltatore finisce spesso col cercare la maestosità guerresca di un tempo, su cui la musica tende ancora fortemente ad appoggiarsi, ma trova in risposta argomenti che stonano coi suoni. L'esperimento di 'ridisegnare' i connotati di un genere alla luce di tematiche diverse, pur mantenendo la solita struttura sonora, riesce solo in parte, tradendo anche un'incapacità di staccarsi da uno schema inaridito che a tratti diventa una gabbia da cui l'autore non può uscire. Tecnicamente impeccabile (la produzione è dell'esperto Peter Bjärgö degli Arcana), ma freddo sul piano emozionale, soprattutto se guardiamo indietro alle precedenti realizzazioni.
Michele Viali
http://www.myspace.com/karjalansissit