19-05-2009
COPH NIA
"Qliphothic Phantasmagoria (Exorcising Old Demons)"
(Wrotycz Records)
Time: (23:49)
Rating : 8
Dopo i meritati consensi riscossi dall'ultimo full-length di metà 2007 "The Dark Illuminati: A Celestial Tragedy In Two Acts", lo scorso dicembre l'artista svedese Aldenon Satorial è tornato sul mercato con questo interessante EP per la polacca Wrotycz, ritagliandosi un'intrigante digressione fuori dai lidi di quella Cold Meat Industry che ne ha curato la discografia essenziale. L'elegante digipack dall'ottima veste grafica è la degna presentazione per le quattro celeberrime cover che rappresentano i contenuti di questa particolare release, nella quale il Nostro omaggia grandi brani del passato di storiche band a mò di 'esorcismo dei vecchi demoni', come il sottotitolo dell'opera stessa suggerisce. La prima rilettura è per "Black Sabbath", immortale lascito dei primissimi Black Sabbath, quelli con Ozzy Osbourne alla voce: spariscono i rintocchi di campana per far posto ai rulli marziali, il clima si fa subito nero e l'atmosfera che si respira è pregna di austerità, la voce di Aldenon sfrutta appieno il suo potenziale 'infernale' coi giusti effetti ed ogni elemento della materia dark ambient spinge all'unisono verso un crescendo d'intensità degno dell'originale, per un risultato che vede il brano risplendere di una malignità tutta nuova e più mortifera. La stralunata e lasciva "Sick Things" di Alice Cooper assume qui una struttura marziale ed epica unita ad un taglio più plumbeo, ma si mantiene lasciva almeno quanto l'originale e ripropone la soluzione del crescendo d'intensità, nella cui riuscita Aldenon è abilissimo. La concitata "Levitation", della leggenda psych-space-rock Hawkwind, nelle mani di Aldenon diviene pura dark ambient nera come la pece, raggelante nelle sue vibrazioni infernali ed ancora una volta impreziosita dall'ottima e convincente voce del Nostro; l'ultima cover ci riporta al succitato Ozzy Osbourne, stavolta nelle vesti soliste, omaggiato con la storica hit "Mr. Crowley": la rilettura di Coph Nia è marziale e severa, opprimente nelle sue atmosfere sulfuree, e fra break sui quali svetta la voce del celebre alchimista a cui il pezzo è dedicato si approda al sontuoso crescendo sinfonico finale, degna chiusura dell'opera. Sapevamo dell'assoluta maestria nel realizzare ottime cover di Aldenon, già brillantemente all'opera in passato sul materiale di artisti quali Bauhaus, Rolling Stones, Leather Nun e persino Front 242, ed era quindi lecito attendersi molto da un dischetto con queste prerogative, che nei fatti non ha minimamente deluso le aspettative: acquisto obbligato per ogni seguace del monumentale progetto dark ambient svedese.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/cophnia